E’ stato emanato nei giorni scorsi il decreto che obbliga ad indicare sulle etichette dell’olio di oliva la provenienza della materia prima. Ad annunciare l’adozione del provvedimento che si applica sia all’olio vergine che a quello extravergine, è stato il Presidente di Coldiretti Sergio Marini nel corso della manifestazione che ha visto l’organizzazione portare a Piazza Navona centinaia di agricoltori con i loro olivi e frantoi per offrire l’olio nuovo, il primo ad essere imbottigliato con l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta (vedi il post precedente e l’articolo sul sito del giornalista Luciano Pignataro).
Il decreto prevede che sulle confezioni di olio d’oliva vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio che le ha lavorate. Se le olive provengono da più Paesi, questi andranno tutti indicati. Sono anche previste delle multe fino a 9.500 euro per i trasgressori. L’obbligo dovrebbe contribuire a bloccare la circolazione bottiglie di olio italiano realizzate con la spremitura di olive spagnole, greche e tunisine, un fenomeno che secondo l’organizzazione degli agricoltori interessa oggi oltre la metà dell’olio ‘italiano’ venduto sul territorio nazionale.
Il provvedimento oltre a presentarsi come una garanzia per i consumatori ed i produttori, contribuirà a riequilibrare alcuni scompensi presenti sul fronte commerciale a tutto vantaggio della filiera che conta su trentotto denominazioni, Dop e Igp, riconosciute dall’Unione Europea. Nei primi sei mesi del 2007, ha ricordato Coldiretti, infatti, si è verificato un aumento record del 30% degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, mentre la produzione nazionale è stimata in calo del 10% rispetto allo scorso anno.
L’etichetta è già pronta speriamo che i produttori la utilizzino presto, anche in Campania. Occhio, allora! Chi la trova per primo “batta un colpo”.