Al via oggi la due giorni dedicata al vitigno autoctono dal titolo “Il Mosto che diventa Vino” che ha come obiettivo il riconoscimento di un secolare vitigno, il Tintore, ancora coltivato a piede franco tra i terrazzamenti di Tramonti, in provincia di Salerno, uno dei capisaldi del patrimonio ampelografico della Costiera Amalfitana. Lo scenario della manifestazione è intorno alla Cappella Rupestre del borgo montano di Gete, frazione di Tramonti, consacrata al culto di San Michele Arcangelo e famosa per la sua posizione inserita in una cavità rocciosa. La chiesetta risale al XIII secolo e nella cavità rocciosa si possono ammirare le numerose tombe ricavate nella roccia.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Gete presieduta da Antonio Giordano, è nata la scorsa estate nell’omonima frazione di Tramonti dall’impegno di una ventina di soci, fra coltivatori e appassionati.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione Gete presieduta da Antonio Giordano, è nata la scorsa estate nell’omonima frazione di Tramonti dall’impegno di una ventina di soci, fra coltivatori e appassionati.
La due giorni, che si apre con una tavola rotonda sulle prospettive del Tintore come volano di sviluppo della zona, per poi proseguire con incontri e percorsi guidati attraverso i vigneti autoctoni e il paesaggio culturale di Gete, degustazioni dei prodotti tipici e dei vini Doc della Costa d’Amalfi. Inserita quest’anno nell’ambito degli eventi di Costiera dei Fiori, la manifestazione vede aderire le quattro cantine vinicole di Tramonti e alcuni ristoranti del paese che offriranno nei due giorni un menù fisso al costo di 20 euro.
Foto: vigneti dell’Azienda Agricola Reale di Tramonti, da sito aziendale