Metter piede dietro la cattedra del maestro, del professore. Dietro al tavolo di un convegno per dire qualcosa. Dietro all’altare nella casa del Signore. Dietro al bancone con le lampade a infrarossi che tengono al caldo come chiocce i piatti di un grande chef. Dietro al bancone di marmo, con vetrina impiastricciata di farina. Quello di un Pizzaiolo. Per professione e per credo, come Enzo Coccia. Un’autentica emozione.
Ieri mattina, durante la riunione con la quale il gruppo di amici del Master in Tradizione e Cultura dell’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa ha festeggiato la conclusione di un anno di studi (del quale faccio parte), alla Pizzeria La Notizia in apertura informale e straordinaria, son tornata a mettere i piedi nell’area riservata agli operatori, con quel senso di eccitazione di chi percorre la corsia preferenziale con un lampeggiante e una paletta a fargli strada. Solo che quest’ultimo “brivido”, a Napoli, è questione meno rara. Oltre che di cui non andar fieri.
Niente paletta. Per me una grande pala di legno e un saltimbocca da depositare al calduccio. Infornata e fuga. Presto ne racconterò sul sito di Slow Food Campania che mi ha gentilmente invitato a farlo e che ha ospitato alcuni degli stage del Master.