Lucifero rubò un pezzo di Paradiso e lo usò per costruire il golfo di Napoli. Addolorato per il furto e la perdita, Gesù Cristo avrebbe pianto a dirotto e dalle sue lacrime nacque l’uva per il vino Lacryma Christi. E’ sulla base di questa leggenda ricordata oggi da Luciano Pignataro sul suo blog in un pezzo interessante del quale vi consiglio la lettura, e del suo nome suggestivo, il Lacryma Christi, si è ritagliato una fetta dell’export italiano dei vini. In un mercato che per il futuro si prevede sempre più tirato da acquirenti di Paesi che non hanno una profonda conoscenza del vino ma che, per contro, hanno da spendere cifre consistenti, che operano le loro scelte d’acquisto sulla base della suggestione che può offrire un’etichetta elegante, o dall’aspetto blasonato, o magari dal nome evocativo, la Doc delle falde del Vesuvio può giocarsi una partita importante. Se a questo si aggiunge che la qualità dei vini proposti, peraltro dalla beva decisamente non ostica, per via del tipo di vitigni li compongono, si va allineando a standard di qualità almeno pari alla loro immagine suggestiva (ancora di più da giocare sulla leggenda, l’incanto della natura, la storia millenaria e la fama indiscutibile delle vicine destinazioni turistiche come Ercolano, Pompei, e lo stesso vulcano), il gioco è fatto. Di tutto cio’ si parlerà e si potrà aver ulteriore verifica dal 12 al 14 settembre prossimi al Castello mediceo di Ottaviano. Una location anche questa carica di simbolismi: da roccaforte del clan di Raffaele Cutolo (O’ professore) a sede del Parco nazionale del Vesuvio. Uno dei tanti beni confiscati alla criminalità organizzata e restituito alla collettività. Qui una giuria presieduta da Roberto Di Meo, Presidente Assoenologi Campania, e composta da: Ugo Baldassarre (Tigullio Vino), Mayumi Nakagawara, Maurizio Paolillo (Agronomo, Porthos), Michela Guadagno (Sommelier), Franco Onesto (Enologo), Alvaro Di Cosimo (Imprenditore), Monica Piscitelli (Giornalista), Giuseppe Aliberti (Delegato AIS Comuni Vesuviani), Alberto Capasso (Slow Food), Pasquale Carlo (Giornalista), con Giulia Cannada Bartoli questa volta nelle vesti di segretaria, valuterà i campioni del primo Premio “Amodio Pesce”. Sarà un interessante test sullo stato dell’arte dei vini del Vesuvio e una festa dedicata ad un territorio che ha inenarrabili risorse, anche vitivinicole.
12>14 settembre 2008 Parola di web – Lacryma Christi: suggestione da stappare
Foto: T.Klapp