Quella scritta e diretta da Claudio Canzanella è una pièce che affronta la delicata tematica della diversità in maniera nuova ed originale, al di là degli stereotipi comuni e consolidati che hanno visto e vedono il gay come un individuo isterico e dedito spesso alla prostituzione o a forme di maniacali perversioni sessuali, in maniera più o meno consapevole, per presunte violenze o mancate accettazioni.
La novità dell’opera consiste proprio nel far tesoro di tanto teatro sperimentale come semplice “mezzo” per esprimere, però, contenuti nuovi proprio perché “comuni”, in modo che la “diversità” diventa in un “gioco teatrale” esistenzialista-realista, “normalità”, pur evidenziando il travaglio che, comunque, l’accettazione di tale condizione di vita comporta.
Protagonista dell’opera è una persona tranquilla, Fabio, che svolge il delicato lavoro di educatore in una casa-famiglia. Due amici, Michele, di professione ballerino e Francesco, medico, si incontrano a casa sua e, sulla base del loro vissuto esperienziale, intrecciano una conversazione basata anche su flash-back che diventano strumento per esplorare il complesso ed articolato mondo della diversità.
Ecco, quindi, che vengono fuori le problematiche relative alla difficoltà dell’accettazione di se stesso, al vivere all’interno della propria famiglia, al gestire un rapporto di coppia maturo e consapevole, al delicato rapporto con la religione e alla forza di dover vivere la propria condizione di diversità in una società sempre più chiusa e paurosa verso ciò che rappresenta la rottura di schemi e meccanismi consolidati e “sicuri”.L’opera dimostra, quindi, che la diversità è la normalità e la normalità è diversità, in un intreccio che fonde realtà e finzione, presente e passato, identità e non identità.
Protagonista dell’opera è una persona tranquilla, Fabio, che svolge il delicato lavoro di educatore in una casa-famiglia. Due amici, Michele, di professione ballerino e Francesco, medico, si incontrano a casa sua e, sulla base del loro vissuto esperienziale, intrecciano una conversazione basata anche su flash-back che diventano strumento per esplorare il complesso ed articolato mondo della diversità.
Ecco, quindi, che vengono fuori le problematiche relative alla difficoltà dell’accettazione di se stesso, al vivere all’interno della propria famiglia, al gestire un rapporto di coppia maturo e consapevole, al delicato rapporto con la religione e alla forza di dover vivere la propria condizione di diversità in una società sempre più chiusa e paurosa verso ciò che rappresenta la rottura di schemi e meccanismi consolidati e “sicuri”.L’opera dimostra, quindi, che la diversità è la normalità e la normalità è diversità, in un intreccio che fonde realtà e finzione, presente e passato, identità e non identità.
I frequenti fuori scena, introdotti e annunciati da un sottile gioco di luci, guidano lo spettatore nell’esplorazione del vissuto e dell’articolato background dei tre personaggi, persone peraltro comuni e “normali” che potremmo tranquillamente incontrare per strada o nel luogo di lavoro.
La lotta a tutti i pregiudizi, ad ogni forma di discriminazione e di razzismo è sottesa in ogni momento dell’opera ed emerge continuamente in maniera garbata e delicata coinvolgendo gli spettatori in un gioco ironico, sottile ed arguto.
Del resto sono assenti dall’opera eccessi ed isterismi, in modo da generare nel pubblico una tranquilla e serena riflessione.
La scenografia essenziale e funzionale mira a non distrarre il pubblico dal contenuto dell’opera, dimostrando anche che ogni oggetto, come ogni situazione o persona, può essere “letta e vissuta” in modo diverso da ciascuno, pur continuando ad essere ciò che è.
I tre attori, professionisti validi ed apprezzati, riescono con il loro talento artistico ad entrare e ad uscire dai vari personaggi che affollano il Presente ed il Passato dei tre personaggi principali.
La regia ha cercato di mantenersi fedele al testo riuscendo a comunicare il profondo messaggio dell’opera con “robusta delicatezza”, conciliando le diverse sfumature dei personaggi sintesi, a volte, di sentimenti, comportamenti e atteggiamenti apparentemente inconciliabili e contraddittori.