E‘ stata pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale europea la domanda di registrazione della denominazione “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP”. E’ l’ultimo atto per il riconoscimento del marchio. Trascorsi sei mesi dalla pubblicazione ed in assenza di eventuali opposizioni da parte degli altri Paesi membri, la Commissione europea renderà definitiva la registrazione della denominazione di origine protetta (DOP). Sarà la nona della Campania, la terza tra le produzioni ortive, e la diciassettesima complessiva, compresi i marchi IGP (identità geografica protetta) riconosciuti dalla UE. I prodotti a denominazione di origine protetta, quelli per i quali l’intero processo di lavorazione si svolge all’interno dell’area di provenienza, sono il caciocavallo silano, il cipollotto nocerino, il fico bianco del Cilento, la mozzarella di bufala campana, l’olio extravergine di oliva Cilento, l’olio extravergine di oliva Colline Salernitane, l’olio extravergine di oliva Penisola Sorrentina e il pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino. I prodotti ad identità geografica protetta, quelli per i quali anche una sola fase di lavorazione può essere fatta fuori dall’area di provenienza, sono il carciofo di Paestum, la castagna di Montella, il limone della Costa d’Amalfi, il limone di Sorrento, il marrone di Roccadaspide, la melannurca campana, la nocciola di Giffoni e il vitellone bianco dell’Appennino Centrale. L’area geografica di produzione del Pomodorino del piennolo del Vesuvio è ristretta a 18 comuni della zona vesuviana, quasi tutti ricadenti nell’area del Parco nazionale del Vesuvio. Prodotto tipico napoletano, esso è apprezzato sul mercato sia allo stato fresco che nella tipica forma conservata in appesa o al “piennolo”, antica pratica di conservazione delle bacche fino alla fine dell’inverno. La superficie stimata è di circa 480 ettari (10% circa della Sau seminativi dell’area), con produzioni annuali di circa 4 mila tonnellate di prodotto fresco. Difficile determinare un fatturato medio, stante il mercato molto diluito nel tempo (da luglio a maggio dell’anno successivo) che comporta un prezzo di vendita molto diverso del prodotto (da 1 ad oltre 4 euro al chilogrammo). L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, che ha sostenuto ed affiancato, attraverso il Settore SeSIRCA e lo Stapa-Cepica di Napoli, il Comitato promotore durante tutta la fase preliminare ed istruttoria, ha espresso “ampia soddisfazione per questo ennesimo riconoscimento per i prodotti tipici dell’agricoltura campana. E’ un premio allo sforzo realizzato in questi anni per portare alla ribalta internazionale una produzione importante come il piennolo del Vesuvio”. Sarà l’ISMECERT di Napoli ad effettuare i controlli per la certificazione del prodotto, così come indicato dal Comitato promotore.
Fonte: regionecampania.it