E’ già una grande soddisfazione della Campania che va, portare a Milano un candidato al Premio Luigi Veronelli, l’iniziativa, che premia i migliori operatori, comunicatori e tecnici dell’enogastronomia con ciò onorando la memoria del grande scrittore, giornalista e critico. Ma quando si vince, è anche meglio.
Luciano Pignataro è riuscito in questa impresa.
Porta a casa il premio alla carriera come giornalista enogastronomico emergente. Tra gli altri vincitori: Gavino Sanna, Antonella Clerici, come miglior conduttrice di trasmissione enogastronomica tv, Carole Bouquet, come miglior produttore straniero di vino italiano in Italia, e il cartoon “Ratatouille”, come miglior film o trasmissione radiotelevisiva a tema gastronomico. A Luigi Cremona va il premio come miglior scrittore.
Giusto a metà di un 2008 ricchissimo, faticatissimo e già pieno di piccole e grandi soddisfazioni, Pignataro, dunque, incassa il più prestigioso riconoscimento del settore.
Solo un paio di giorni fa diceva al gruppo di amici e collaboratori che lo affiancano nel suo lavoro di coordinatore, per Campania, Basilicata e Calabria, della selezione per l’edizione 2009 della Guida dei Vini Buoni d’Italia (vai al post precedente): “E’ un periodo che mi diverto molto”. 51 anni pochi giorni fa e una carriera spesa al servizio della sua regione, sul campo, con uguale amore per tutte le sue province, seppure innamorato del suo Cilento.
Quel 2 giugno del 2007 ricorda a tutti la pantagruelica festa del Forte la Carnale, quella nella quale hanno sfilato alcuni dei migliori chef della Campania, che ha salutato la nascita dei “Devoti del San Marzano”, che ha visto girare la sua effigie spiritosamente senza capelli per emulare il pomodoro. Una serata memorabile come poche, con la quale Luciano agguantava la sfida dei prossimi decenni. Come sempre codividendo la sua voglia di vita con gli altri.
Nessuna indiscrezione era trapelata sui candidati al Premio Veronelli. La terza edizione, al Teatro dell’Angelicum, si è contraddistinta, infatti, quest’anno, per l’assoluto riserbo sui nomi dei candidati. 16 le categorie, nella doppia accezione di “alla carriera” ed “emergente”. Fanno parte della giuria Paolo Panerai, Presidente; Benedetta Veronelli e Gian Arturo Rota, Vicepresidenti; CesarePillon, Segretario; Piero Antinori (vinattiere); Daniele Cernilli (Direttore della Guida Vini del Gambero Rosso); Antonio Santini e Giorgio Pinchiorri (ristoratori); BeppeBigazzi (conduttore televisivo).
Giusto a metà di un 2008 ricchissimo, faticatissimo e già pieno di piccole e grandi soddisfazioni, Pignataro, dunque, incassa il più prestigioso riconoscimento del settore.
Solo un paio di giorni fa diceva al gruppo di amici e collaboratori che lo affiancano nel suo lavoro di coordinatore, per Campania, Basilicata e Calabria, della selezione per l’edizione 2009 della Guida dei Vini Buoni d’Italia (vai al post precedente): “E’ un periodo che mi diverto molto”. 51 anni pochi giorni fa e una carriera spesa al servizio della sua regione, sul campo, con uguale amore per tutte le sue province, seppure innamorato del suo Cilento.
Quel 2 giugno del 2007 ricorda a tutti la pantagruelica festa del Forte la Carnale, quella nella quale hanno sfilato alcuni dei migliori chef della Campania, che ha salutato la nascita dei “Devoti del San Marzano”, che ha visto girare la sua effigie spiritosamente senza capelli per emulare il pomodoro. Una serata memorabile come poche, con la quale Luciano agguantava la sfida dei prossimi decenni. Come sempre codividendo la sua voglia di vita con gli altri.
Nessuna indiscrezione era trapelata sui candidati al Premio Veronelli. La terza edizione, al Teatro dell’Angelicum, si è contraddistinta, infatti, quest’anno, per l’assoluto riserbo sui nomi dei candidati. 16 le categorie, nella doppia accezione di “alla carriera” ed “emergente”. Fanno parte della giuria Paolo Panerai, Presidente; Benedetta Veronelli e Gian Arturo Rota, Vicepresidenti; CesarePillon, Segretario; Piero Antinori (vinattiere); Daniele Cernilli (Direttore della Guida Vini del Gambero Rosso); Antonio Santini e Giorgio Pinchiorri (ristoratori); BeppeBigazzi (conduttore televisivo).
E’ previsto sia Carlo Petrini, il Fondatore SlowFood, a consegnare i riconoscimenti al miglior giornalista italiano di enogastronomia, al miglior giornalista di enogastronomia in lingua estera, al miglior scrittore italiano di enogastronomia al miglior scrittore di enogastronomia in lingua estera.
In viaggio per conoscere l’esito di una nomination che ha custodito segreta, eccetto che per pochi amici a tenuta stagna, Luciano Pignataro stamani ha detto “è già un grande onore essere in nomination”. Ed è così, per carità. Ma in cuor mio sapevo che avrebbe vinto per il semplice fatto che se ci sono stelle che brillano, che emergono, tardi o presto, qualcuno le scorge, anche da molto lontano. Tuttavia la scaramanzia tutta campana ha impedito a entrambi di dir altro. La mia, la scrivo adesso, alle 17,00 di questo mercoledi’, che mi vede in procinto di andare all’inaugurazione della prima mostra fotografica del delfino della famiglia Piscitelli, scienziato delle comunicazioni e reporter sulle barricate tra Chiaiano e Pianura in questi mesi bollenti (vai al post precedente).
Alle 18,00 circa leggo la conferma via sms:”Vinto”. Una parola.
A conclusione della mostra, per completare questo profetico post, già pronto per la messa online, sono volata leggera come libellula, saltellando tra un basolo e un sanpietrino, un cantiere e un sacchetto di spazzatura, con i miei soliti sandali alti, ma con tutt’altro umore rispetto all’ultima volta (vai al post precedente), consapevole della vittoria che la regione tutta, che chi ama il vino e i grandissimi prodotti dell’agroalimentare di qualità campano riceve insieme a Pignataro che, di questa realtà palpitante, è instancabile, appassionato e imparziale cronista.
Infine: è un premio al lavoro che Pignataro (a riprova della frammistione tutta sua tra ciò che è lavoro, vita e affetti, e viceversa), dedica al lavoro, il suo, e quello degli altri. Emozionato “come mai è successo” – ha detto al telefono- ha rivolto il suo pensiero, nel ricevere il prestigioso riconoscimento, a Fabio Lombardi, il giovane casaro di La Campestre, di Castel di Sasso (Caserta), protagonista del rilancio del conciato romano scomparso prematuramente ad ottobre dello scorso anno, “un giovane che ha fatto un’agricoltura pulita in un territorio straziato dalla Camorra” ha detto.
Come festeggiare più degnamente una vittoria? Auguri e Viva la Campania che va, quella di chi la ama!