“L’attico grintoso con vista sul mare, la dimora di gusto neo barocco, il palazzo storico con il giardino segreto, e ancora le stanze eclettiche dello stilista-designer: non uno stile, ma tante espressioni dell’abitare contemporaneo sotto il cielo di Napoli. Il libro raccoglie venti case, realizzate da architetti e interior designer partenopei, svelando interni privati, stili di vita e decorazioni. Terrazze con panorami da cartolina si mescolano a stanze dai cromatismi accesi, abitate da singolari collezioni; interni algidi e votati al design più attuale si alternano a più pacati salotti bon ton, tra antiquariato ed opere d’arte contemporanea. Un repertorio curioso e multiforme che racconta la creatività di una città in eterno fermento, oltre i soliti luoghi comuni” afferma Donatella Bernabò Silorata giornalista di interior e costume, autrice di “Le case di Napoli” il testo che svela interni e decorazioni, arredi e stili di vita di venti delle case napoletane più belle con le immagini di Roberto Pierucci.
3 dicembre 2008 Le case di Napoli: semplicemente splendide. Con Donatella Bernabò Silorata alla Feltrinelli di Napoli
La presentazione del libro con l’antropologo Marino Niola e Tullia Passerini Gargiulo alla Feltrinelli di Napoli il prossimo 3 dicembre (ore 18,00).
Ne ho viste di splendide case e realizzazioni con vista spettacolare sul Golfo, bonsai centenari che hanno viaggiato intorno al Mondo, arredi antichi, pezzi disegnati su misura, enormi cucine con vetrate colorate dipinte nelle notti di riposo, maioliche disegnate a mano, cotti artigianali del colore di tutte le tonalità della terra. Sono cresciuta con il profumo della segatura e dei trucioli di legno di quercia, acero e faggio nei capelli, della colla filante a pasta gialla, inchiodando personalmente i pezzi per le mie case di bambola appena usciti da un’assordante sega elettrica, disegnando improbabili planimetrie di appartamenti inventati dalla fantasia, e prospettive sgangherate rimaste tali. Erano gli anni Ottanta. L’Irpinia aveva già lanciato le sue laceranti grida infernali.
Ma il vero mio terromoto sarebbe venuto solo nel Novanta. Sono crollate le pile di riviste di arredamento e i libri, i progetti sono andati a rotoli. Si è seccato l’inchiostro dei pennarelli indelebili e dileguato l’odore dell’adolescenza.
Ne sono cambiate di cose da allora.
Ma Napoli è sempre immobile e bellissima. Come le sue case che non ti aspetti, opera di un architetto che non è più il mio. A ricordo. m.p.