Ha avuto la meglio sul candidato repubblicano.
Barack Hussein Obama ha vinto.
He won. Si è “pappato” McCain. E’ la vittoria dello slow con “sabidura” sui Mc omologati. Tutti i Paesi del Mondo hanno seguito le elezioni negli Usa, che ha scelto il giovane e non il vecchio. Il futuro e non il passato. Svoltando definitivamente l’angolo della discriminazione, del razzismo, latente o manifesto. Una grande parte in ciò hanno i giovani elettori, la rete sulla quale Obama ha giocato meglio del suo concorrente. Da giovane anche lui.
E’ un momento storico bollente quello nel quale il primo presidente nero degli Stati Uniti si troverà a lavorare:i nemici dell’America sparsi nel Mondo, la crisi finanziaria e una certa sorpresa degli americani stessi che forse, fino ad ora, sono stati molto più presi dalla sfida con se stessi (quella di superare le proprie resistenze e mandare alla Casa Bianca il candidato di rottura con un passato pesante e incombente sulle loro coscienze, come una macchia) che concentrati sulle loro reali aspettative. Ma anche a chi era distratto e a chi si arrovellava nel dubbio, il programma di Obama saprà dare delle risposte. Del resto, il programma più denso e fitto che gli Stati Uniti possano immaginare è già bene in vista sotto il naso del Mondo. Obama è la rivincita di tutti i neri del Mondo. Di tutti gli esclusi, poveri, negletti, disperati e senza speranza. Il segno che le cose possono cambiare in maniera repentina, colossale. In America questi sogni diventano davvero realtà. Basta un uomo. Quello che servirebbe anche a noi.
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