Prima volta a Caserta per il progetto “Cena al buio”, che
riunisce intorno a un tavolo commensali non vedenti e normodotati in una
iniziativa finalizzata alla promozione del volontariato U.N.I.Vo.C./ONLUS di
Caserta e, nello stesso tempo, alla creazione di pari opportunità tra tutti
i soggetti partecipanti. L’appuntamento rigorosamente su invito e a posti limitati è per mercoledì 4 novembre alle ore 20,00 presso il Ristorante “Le Colonne” in viale Douhet a Caserta per un
incontro al buio, in tutti i sensi, e che coinvolge tutti i sensi.
Il primo esperimento in provincia di Caserta risale al 2005 ad Aversa, al ristorante
Seho’. E grazie all’impegno dell’U.n.i.vo.C./onlus (Unione Nazionale
Italiana Volontari pro Ciechi) presieduta da Vincenzo del Piano su
presentazione del progetto “Cena al buio” al Csv (Centro Servizi
Volontariato) Asso-Voce di Caserta, l’iniziativa viene riproposta in due
serate, con un incontro gastronomico articolato in due tappe: martedì 3
novembre alle 20:00, presso l’Hotel del Sole in piazza Mazzini 27 ad Aversa
(sponsor della serata le Cantine Caputo di Teverola) e, appunto, mercoledì 4
novembre alle ore 20:00, nel capoluogo, presso il Ristorante “Le Colonne”
della famiglia Marziale in viale G. Douhet, 7/9 a Caserta.
Seho’. E grazie all’impegno dell’U.n.i.vo.C./onlus (Unione Nazionale
Italiana Volontari pro Ciechi) presieduta da Vincenzo del Piano su
presentazione del progetto “Cena al buio” al Csv (Centro Servizi
Volontariato) Asso-Voce di Caserta, l’iniziativa viene riproposta in due
serate, con un incontro gastronomico articolato in due tappe: martedì 3
novembre alle 20:00, presso l’Hotel del Sole in piazza Mazzini 27 ad Aversa
(sponsor della serata le Cantine Caputo di Teverola) e, appunto, mercoledì 4
novembre alle ore 20:00, nel capoluogo, presso il Ristorante “Le Colonne”
della famiglia Marziale in viale G. Douhet, 7/9 a Caserta.
Entrambi gli eventi, hanno lo scopo di promuovere il volontariato svolto dall’U.n.i.vo.C.
di Caserta a favore dei minorati della vista, con la realizzazione di
attività promozionali utili al miglioramento della qualità di vita, nonché
nell’offerta di servizi utili per l’abbattimento di tutte quelle barriere
architettoniche e non solo che limitano l’autonomia e la piena integrazione
di chi è privo della vista. Infatti, l’U.n.i.vo.C. oltre a far conoscere e
promuovere la propria essenza volontaristica, intende far sì che i
partecipanti agli eventi acquisiscano in merito alle diverse problematiche
dei non vedenti, una maggiore sensibilizzazione del fenomeno, sia per i
propri ruoli di responsabilità istituzionale e politica che sociale e
informativa. All’incontro gastronomico si partecipa, lasciando a casa
accendini, orologi col quadrante luminoso e cellulari: coppie e gruppi di
persone prenderanno posto a tavoli diversi in compagnia di commensali
sconosciuti in una sala completamente al buio dove saranno guidati ai loro
posti da camerieri non vedenti. Ci si dovrà avvalere di sensi abitualmente
poco utilizzati come il tatto, l’odorato e il gusto, oltre che dell’udito.
Il menu, infatti, confezionato a Caserta dalla chef Rosanna Marziale, sarà
top secret, ma saranno serviti piatti che prevedono l’utilizzo di prodotti
tipici locali. Singolare sarà appurare come sia difficile riconoscere i
sapori e gli ingredienti dei piatti senza vedere le pietanze. Allo stesso
tempo si sperimenterà un tipo di socializzazione del tutto diversa,
affrontando il buio non come un disagio, ma come una condizione di
diversità. Gli ospiti infatti si troveranno in una situazione in cui quello
che dei cinque sensi da più sicurezza, e cioè la vista, viene a mancare. E
nella condizione di buio forzato, il compiere un’azione quasi automatica,
come il mangiare, diventerà un’esperienza del tutto nuova e ricca di
sensazioni da sperimentrare. Il gusto, il tatto, l’olfatto e l’udito
troveranno lo spazio necesario per esaltarsi e divenire come una specie di
“terzo occhio”. Il tutto con la presenza rassicurante non solo di chi serve
ai tavoli ma degli stessi non vedenti che partecipano in rappresentanza
dell’associazione (Angelo di Maio, Susanna Lenzone, Rosario Benenati,
Vincenzo Tartaglione, oltre ai dirigenti associativi), e che contribuiranno
all’interno della sala, a creare un’atmosfera intima e confidenziale,
favorita, peraltro, dal buio stesso. All’estero esistono già locali dove la
luce è bandita. Chi si trova a Parigi può provare l’esperienza della totale
oscurità al “Dans le noir” dove, da circa cinque anni, per il pranzo veloce
del mezzogiorno si offre anche un massaggio zen eseguito da operatrici non
vedenti. Ma il primo ristorante al buio al mondo ad aprire i battenti fu nel
1999 il “Blinde Kuh”, ovvero la Vacca cieca di Zurigo. L’esperimento,
attuato a Caserta presso il ristorante “Le Colonne”, è finalizzato a
realizzare un progetto che possa avere una continuità con ulteriori
appuntamenti tra non vedenti e normodotati.
di Caserta a favore dei minorati della vista, con la realizzazione di
attività promozionali utili al miglioramento della qualità di vita, nonché
nell’offerta di servizi utili per l’abbattimento di tutte quelle barriere
architettoniche e non solo che limitano l’autonomia e la piena integrazione
di chi è privo della vista. Infatti, l’U.n.i.vo.C. oltre a far conoscere e
promuovere la propria essenza volontaristica, intende far sì che i
partecipanti agli eventi acquisiscano in merito alle diverse problematiche
dei non vedenti, una maggiore sensibilizzazione del fenomeno, sia per i
propri ruoli di responsabilità istituzionale e politica che sociale e
informativa. All’incontro gastronomico si partecipa, lasciando a casa
accendini, orologi col quadrante luminoso e cellulari: coppie e gruppi di
persone prenderanno posto a tavoli diversi in compagnia di commensali
sconosciuti in una sala completamente al buio dove saranno guidati ai loro
posti da camerieri non vedenti. Ci si dovrà avvalere di sensi abitualmente
poco utilizzati come il tatto, l’odorato e il gusto, oltre che dell’udito.
Il menu, infatti, confezionato a Caserta dalla chef Rosanna Marziale, sarà
top secret, ma saranno serviti piatti che prevedono l’utilizzo di prodotti
tipici locali. Singolare sarà appurare come sia difficile riconoscere i
sapori e gli ingredienti dei piatti senza vedere le pietanze. Allo stesso
tempo si sperimenterà un tipo di socializzazione del tutto diversa,
affrontando il buio non come un disagio, ma come una condizione di
diversità. Gli ospiti infatti si troveranno in una situazione in cui quello
che dei cinque sensi da più sicurezza, e cioè la vista, viene a mancare. E
nella condizione di buio forzato, il compiere un’azione quasi automatica,
come il mangiare, diventerà un’esperienza del tutto nuova e ricca di
sensazioni da sperimentrare. Il gusto, il tatto, l’olfatto e l’udito
troveranno lo spazio necesario per esaltarsi e divenire come una specie di
“terzo occhio”. Il tutto con la presenza rassicurante non solo di chi serve
ai tavoli ma degli stessi non vedenti che partecipano in rappresentanza
dell’associazione (Angelo di Maio, Susanna Lenzone, Rosario Benenati,
Vincenzo Tartaglione, oltre ai dirigenti associativi), e che contribuiranno
all’interno della sala, a creare un’atmosfera intima e confidenziale,
favorita, peraltro, dal buio stesso. All’estero esistono già locali dove la
luce è bandita. Chi si trova a Parigi può provare l’esperienza della totale
oscurità al “Dans le noir” dove, da circa cinque anni, per il pranzo veloce
del mezzogiorno si offre anche un massaggio zen eseguito da operatrici non
vedenti. Ma il primo ristorante al buio al mondo ad aprire i battenti fu nel
1999 il “Blinde Kuh”, ovvero la Vacca cieca di Zurigo. L’esperimento,
attuato a Caserta presso il ristorante “Le Colonne”, è finalizzato a
realizzare un progetto che possa avere una continuità con ulteriori
appuntamenti tra non vedenti e normodotati.