Serata di avvio del press tour organizzato per gli Stati generali del vino (vai al post precedente) in programma da domani ad Avellino all’auditorium di Banca della Campania che porta in Irpinia le principali testate del settore food, wine and tourism. Tra le altre: Wine Spectator, Elle, The Wine Kingdom, Time Out New York, Saveur, Decanter, Imbime, Wands, Winart, DSV Media, Wine & Food, Aventura, Vacation & Travel, The Wine Hub, Number Wine, Yearsguide Wine, Tourismus Informations Dienst, L’Espresso, Viaggi di Repubblica, Gente Viaggi, La Stampa, Italia Oggi, Buongustando, Sinequanon, Itinerari Gustosi, Ristorazione e Ospitalità, Terre d’Europa, Porto e Diporto, La Terra Ferma, Politica Meridionalista, Lo Strillo, Viaggi di Sapori e tante altre ancora. C’è anche Campania che vai.
Per il benvenuto si è scelto il Marennà, il bel ristorante che si sviluppa sulla moderna cantina dei Feudi di San Gregorio, la storica azienda di Sorbo Serpico, in provincia di Avellino. Il locale di recente insignito della Stella Michelin è animato in cucina dal bravo e simpatico chef Paolo Barrale, allievo di Heinz Beck. Inaugurato nel 2004, Marennà – il cui nome deriva dal dialetto “Marenna”, “Merenda”, propone, in ambiente chic e curato una cucina di ricerca nel solco della tradizione irpina e regionale. Il saluto in compagnia del responsabile marketing Alessandro Palmieri e dell’agronomo Pierpaolo Sirch, dopo il saluto all’insegna delle bollicine del Dubl Falanghina, un metodo classico dal finissimo perlage, frutto della collaborazione con Anselme Selosse, ha i profumi e il sapore del Fiano aziendale: 1998 e 1994. Giallo dorato il primo, giallo paglierino con rilfessi dorati il secondo. Al naso entrambi accattivanti. Decisamente più minerale, con sentori di pietra focaia, oltre che di fiori bianchi, il 1994. In bocca con una notevole spinta acida. Piu’ giocato su note di mandorla amara, sia la naso che in bocca, il 1998, leggermente meno persistente del suo fratello maggiore. E’ anteprima per il Sirica 2007, espressione di un vitigno dall’identità, spiega Sirch, da due anni preparatore delle uve dei Feudi, ancora tutta da indagare. Si pensa sia avvicinabile per alcuni tratti al Teroldego, al Sirah o al Refosco. L’azienda ne recuperò anni fa tre viti che poi ha a provveduto riprodorre. Ai tre ettari vitati con questo vitigno se ne sono aggiunti ancora uno e mezzo.
Accompagnano, invece, a cena, il cappuccino di passatina di patate e funghi; la polentina di farina bianca, alici di Cetara e provola affumicata; il brodo di agnello con ravioli di agnello e mela; il risotto ai carciofi e Pecorino di Carmasciano; lo stracotto di carne all’Aglianico con crema di zucca, il Fiano di Avellino 2007 e il Taurasi base dell’azienda 2005. Anteprima del millessimo che più diffusamente si degusterà nel corso di Anteprima Taurasi al Castello Marchionale a Taurasi nei prossimi giorni. C’è attesa per i convegni dei prossimi giorni, a partire da quello di domani con il giornalista Luciano Pignataro (vai a tutto il programma).