Cosa ci si aspetta da una serata dedicata a Domenico Modugno? Il grande Mimmo si affaccia nel nostro 2008 con la sua faccia bianco e nero a bassa definizione. Ha i capelli tagliati alla moda del tempo e due gran baffi. Un papillon. Forse una serata noiosa. Per vecchietti. Ma quella di ieri sera è stata tutt’altro. Complice un clima “da serata leopardiana” che solletica la sensibilità, è stata una serata di emozioni. Eccitante, però. Il merito è anche e soprattutto dell’entusiasmo di Marco Francini, cantante, autore e attore, e del suo gruppo che dell’artista di Polignano a Mare, morto a Lampedusa nel 1994 per un infarto, è un culture ed un attento studioso. Oltre che un interprete che gli ha rubato l’anima. Un’anima calda, appassionata da uomo del Sud che ha scritto pagine indimenticabili del repertorio classico napoletano, siciliano e pugliese, oltre che nazionale. Ma, non a caso, nè Leopardi, l’ho già detto (vai) dopo aver scorso le pagine di “Leopardi a tavola”, nè Modugno sono quello che sembrano: roba del passato, un pò tristi. A Mimmo, poi, le sue canzoni lo raccontano, doveva proprio bollire forte il sangue nelle vene. Autore, cantante e poeta. Allegro, divertente e caldo. Sono sue, non lo sapevo, (lo ammetto, sono anche io di quei quasi giovani che mette Modugno nello stesso calderone indistinto dei “cantanti dei miei genitori”) “Lazzarella” successo di Aurelio Fierro, “Io mammeta e tu” e “Tu si’ ‘na cosa grande” e “Pasqualino maragià”.
6 dicembre 2008 Monicotterate – Serata Domenico Modugno: sferzata di passione con Francini e l’artista di Polignano a mare
Accade sempre ai grandi interpreti: passano alla storia per un lavoro memorabile che ha avuto grande fortuna. Per Modugno è stato “Nel blu dipinto di blu”, tra le più canticchiate canzoni italiane di tutti i tempi nel Mondo. Mani alzate verso il cielo e vento nei capelli, questa canzone lo consegna al pubblico dei giovani e dei poco “addentro” alla musica d’autore, con l’eco nelle orecchie di uno spensierato “volare, oh, oh; cantare oh, oh, oh!”. Ma quella canzone leggera, è pesante. Densa di significati. E ancor di più lo sono le altre che ha cantato e che ha fatto cantare, pezzi che Francini ha recitato e interpretato con tutte le modulazioni della voce possibili. In una maniera che mi ha atterrito, incollata alla sedia con lo sguardo fisso ad osservare ogni movenza, accenno di danza, increspatura della fronte. Come se davanti avessi Modugno, non solo Francini. C’erano tutti e due al microfono. Altro che serata per vecchietti! Un cardiotonico, accompagnato dai piatti del patron del club Nada Nada, Alberto. Tra cui una zuppetta di cereali, legumi e biete. Una serata da conservare tra i ricordi. Di quelli da tenere ben accessi nel cuore.