Alla menta, la pianta dalle fresche foglioline, che il poeta latino Ovidio racconta nelle sue Metamorfosi essere stata una ninfa trasformata in vegetale da Proserpina, in collera per il tradimento dello sposo Plutone, è dedicata “Che ci salta in menta“, la rassegna di Nusco in programma il 6 luglio.
Fonte di leggende, pianta preziosa per Carlo Magno che emise dei feroci editti per tutelarne la specie, usata, come racconta Ovidio, dai contadini Filemone e Bauci per strofinare la tavola di servizio per ricevere i loro ospiti divini Giove e Mercurio, arbusto sacro caro al culto di Iside e del dio della medicina Thot; la menta sarà la protagonista delle preparazioni e degustazioni che animeranno la rassegna nella cittadina irpina nota come “balcone dell’Irpinia”.
Situata su uno dei monti più alti della dorsale appenninica, tra le valli del Calore e dell’Ofanto, Nusco, è un piccolo borgo medioevale, le cui mura e gli antichi palazzi ben conservati testimoniano il suo passato di ricca e importante sede vescovile.
“Che ci salta in menta”, iniziativa patrocinata dal Comune di Nusco, punta alla promozione del territorio, all’affermazione della sua identità ed autenticità, autenticità della quale i prodotti e i piatti tradizionali che saranno presentati nel corso della manifestazione, sono una testimonianza.
Al ciclo naturale della crescita e lavorazione della pianta di menta è ispirata la scelta della data di svolgimento: le foglie vengono generalmente raccolte giugno, mentre le sommità fiorite a luglio-agosto.