La presentazione di ieri, di Un giorno a El Bulli all’Istituto di cultura spagnola di Napoli si è trasformata nella ennesima stazione della querelle che ha investito il mondo della ristorazione e uno dei suoi più alti ispiratori, Ferran Adrià, accusato di utilizzare “la chimica” in cucina. A incontro, qualcuno tra il pubblico che seguirà Max Laudadio di Striscia La Notizia, che segue, a turno, il giornalista de Il Corriere del Mezzogiorno Antonio Fiore e il socio di Adrià , Juli Soler, venuto in Campania per presentare il volume, incalzandoli di domande che non hanno risposte, concluderà “era meglio che non veniva in questo momento”. Racconto come è andata sul sito di Luciano Pignataro (vai) che ringrazio per l’ospitalità. Circa le cose interessanti che Soler ha detto, poi. Si sfata il mito della prenotazione impossibile. Chiarito che la soluzione non è mai voluta essere replicare il ristorante in altri luoghi della terra, come più volte è stato proposto ad Adrià, per il semplice motivo, dice Soler, che “noi vogliamo essere là, con i nostri clienti”, “non è vero – continua – che è tutto prenotato per anni. A fine stagione azzeriamo le prenotazioni”. Volete cenare da Adrià, insomma? “Chiamate, o meglio scrivete una email in quel momento dell’anno e, comunicate quando avete pianificato di essere in Catalogna”. Faranno del loro meglio per soddisfare la richiesta. Quest’anno, diversamente dai precedenti, apre il 16 giugno e chiude il 20 dicembre per proporre menù estivi e soprattutto autunnale. E infine: “ma, insomma, quanto costa una cena a El Bulli? “230 euro costa il menù quest’anno. Con il vino si arriva ad un massimo di 300 euro”. Soler argomenta: “non ci siamo arricchiti, finora, ma autofinanziati, tenuto conto delle ore di studio, delle materie prime e del fatto che a fronte di 50 coperti impieghiamo 70 dipendenti, mi sembra un prezzo tutto sommato equo”.
Home » Eventi in Campania » 7 maggio 2009 Juli Soler a Napoli, El Bulli si racconta e Striscia lo incalza