Si sono spenti ieri sera i riflettori su Terra Felix. All’Arena centrale fino a sera inoltrata si sono alternati esperti, giornalisti e politici. Tra gli altri, l’Assessore all’Agricoltura Nappi, motore dell’intera iniziativa, e l’antropologo Marino Niola che con la giornalista Licia Granello ha proposto una conversazione sul cibo sano e sulle abitudini di alimentari moderne. Nell’ultima giornata della kermesse si è concluso anche il concorso destinato ai giovani degli Istituti Alberghieri e Agrari della Campania (vai al post predecente). A sfidarsi per la gran finale, quattro coppie di scuole: il Cavalcanti di Napoli e il Falcone di Pozzuoli (Napoli); il IPSSART di Teano (Caserta) e il Buonarroti di Caserta; il Petronio di Napoli e il Falcone di Pozzuoli (Napoli) e il De Gruttola e l’Alberghiero di Ariano Irpino (Avellino). Sono uscite vincitrici quest’ultima coppia di Istituti che, oltre ad aver proposto, come da regolamento, una ricerca sui prodotti agroalimentari utilizzati, una mise en place, il servizio e la degustazione di un vino da parte del sommelier, ha preparato un piatto davvero molto interessante: “O buccacc’ e viern”, ispirato all’autunno. E’ stato quest’ultimo ad aggiudicarsi il primo posto tra quelli proposti in finale. Si tratta di una preparazione di grande carattere e armonia al gusto, simpaticamente proposta in un vasetto a chiusura ermetica di quelli comunemente usati in cucina. Come più volte ripetuto dalla professoressa Giuliana Calabria che ha curato con passione la presentazione degli Istituti, tutti i ragazzi hanno dimostrato grande impegno e determinazione, pur lavorando in team in un’atmosfera di grande sportività. Grande il lavoro del gruppo coordinato dal dottor Tallarico dell’Assessorato all’Agricoltura e composto dalle professoresse Anna Sarnataro, Fabiana Caroppo e Elisabetta Cioffi, quest’ultima attenta e instancabile regia dell’avvicendamento degli allievi e dei piatti. Io ho avuto il piacere di essere in giuria con la sommelier Marina Alaimo, il maitre d’hotel Vincenzo Aulitto, la comunicatrice Giulia Cannada Bartoli, il delegato Ais di Napoli Tommaso Luongo e l’executive chef Sergio Scuotto. Altre personalità si sono alternate alla presidenza della giuria: funzionari regionali e del provveditorato oltre a giornalisti. E’ stata un’esperienza arricchente. Mi ha colpito positivamente la spigliatezza di alcuni allievi nel presentare con parole proprie le ricerche con il supporto di power point pieni di belle immagini, alcune anche autoprodotte, o arricchiti di video. Di alcuni giovani sommelier, tra cui diverse ragazze, ho apprezzato la serietà e l’eleganza nel portare a compimento la loro prova al cospetto della giuria e anche di vini di grande importanza. Ho ritrovato così tante etichette care: dal Fiorduva di Marisa Cuomo, al Naima di Bruno De Conciliis al Giallo d’Arles di Luigi Moio. Li ho degustati con le orecchie tese alle loro descrizioni. Un paio di chef mi hanno davvero lasciata impressionata per l’amore per il dettaglio e la passione con la quale hanno raccontato gli ingredienti e la preparazione del piatto. Di tutti, infine, l’attenzione con la quale ci hanno ascoltati esortarli a essere curiosi, ad innamorarsi sempre di più della grande varietà e qualità delle eccellenze agroalimentari della regione, che non dovrebbero perdere occasione per andare a scoprire da vicino. A tutti loro auguro un grande futuro. Se saranno come spugne, umili, sempre pronti ad imparare, potranno essere tra quei “campani che vanno” che incontrerò, spero, nei locali e nelle campagne che fanno grande la Campania che amiamo e che si sta facendo conoscere per la sua laboriosità.
Foto: Monica Piscitelli – post: www.campaniachevai.blogspot.com