Un turibinio di visi conosciuti e una danza ininterrotta di calici vestiti di rosso e bianco. Così la serata che giovedì a La Botte di Casagiove, la più grande enoteca del Mezzogiorno, ha visto sfilare “I Coronati delle Due Sicilie”. Sono state almeno 700 le presenze contate per questa seconda edizione della manifestazione con la quale si presentano ogni anno i vini premiati dalla Guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club, curata da Mario Busso e Luigi Cremona, presenti tra gli invitati.
Inappuntabile l’organizzazione del team dell’Ais di Caserta coordinato da Marco Ricciardi e l’sopitalità del padrone di casa Enzo Ricciardi.
In letizia e buon umore si è consumata una di quelle serate che danno il vigore finale ad una giornata di lavoro, che trascorrono chiacchierando con gli amici di degustazione e con perfetti sconosciuti che ti passono la loro personale dritta sul vino che più gli è piaciuto. E’ andata cosi’ anche per me, accolta come meglio non potevo: dal sorridente Luciano Pignataro, giornalista de Il Mattino, responsabile, per la guida, del lavoro per Basilicata, Calabria e Campania, che in questi giorni celebra anche il successo del suo sito personale (tra 8000 e oltre 12000 presenze al giorno), che lui, con la consueta generosità, divide con una schiera di amici-collaboratori. Un segno del riconoscimento crescente al suo lavoro e dell’apprezzamento nei confronti della Campania dei vini “che va”. Quella che era a Casagiove ieri sera.
Tra un sorso e l’altro si sovrapponevano le impressioni e i commenti, la caccia alle bottiglie più richieste o a quelle più conosciute.
In degustazione quasi cento vini, tra i Coronati e Gran Menzioni, ossia le etichette arrivate in finale nel corso delle selezioni regionali.
Mi hanno emozionato, fra gli altri, la freschezza e l’eleganza del Greco di Tufo di Di Prisco, il frutto e la possenza del Montepulciano d’Abruzzo Harimann di Pasetti, la robustezza e il legno indomato del Iovi Tonant di Masseria Frattasi.
Hanno accompagnato la degustazione una zuppetta di fagioli contadina con il pane casereccio preparata in caldo tegame di coccio, i salumi preparati da Berardino Lombardi di Terre di Conca e una buona quantità di formaggio: il conciato romano della famiglia Lombardi dell’agriturismo Le Campestre che ha conteso al vino lo spazio odoroso della sala.