E’ al nastro di partenza l’Estate di San Martino, la festa dedicata a vino, tradizioni, arte e sapori ideata, organizzata dall’Associazione Majeutica di Marcianise in programma per l’ 8 e 9 novembre 2008. La due giorni, in svolgimento nelle storiche venelle (traverse di via Santoro) del centro medievale di Marcianise, illuminate dalle torce, proporrà la degustazione di alcuni piatti della locale tradizione gastronomica: pasta e patane (pasta e patate); pasta ‘mbuttunata (pasta imbottita); insalata di “per’ e muss”, piatto povero locale fatto con piedino e muso di maiale bolliti, tagliati a pezzettoni, e conditi con olio, aglio, sale, olive verdi e peperoni crudi a dadini; “o’ mbastuocchio” (pasticcio fatto con broccoletti tirati in un ruoto, nei quali si rimesta e si fa rinvenire del pane raffermo). Non mancherà il vino servito in calici da degustazione, ma anche negli ammaloni, semplici brocche di creta con i quali attingere direttamente dalle botti. I maestri Acconcia, Carrino, Cice, D’Anna, Elia, Ferraro, Marello, Restivo, Salzillo, Sparaco e Zinzi, pittori e scultori marcianisani, esporranno in una collettiva le loro opere. Gli stand offriranno manufatti in legno d’ulivo, monili in argento lavorato a mano, strumenti musicali e prodotti di artigianato alimentare. Il gruppo stabile di tammurriata dell’associazione Majeutica intratterrà il pubblico in vari punti del percorso, mentre, in maniera del tutto spontanea, altri musicisti intoneranno canti e balli con nacchere e tammorre. Ancora: jugglers, giocolieri del fuoco, fachiri, prestigiatori e trampolieri animeranno la manifestazione.
“Ogni anno, al primo colpo di tammorra, al primo alito di profumi di cucina, al primo canto intonato, le venelle si vestono di una magia senza tempo, una gioia vera che pervade la gente e riporta in luce la vera essenza della città, la sua unità, la sua vitalità. Non crediamo che tutto ciò che appartenga al passato sia indiscriminatamente bello e indispensabile. Ma nella doverosa conoscenza delle memorie, nella ricerca delle origini e delle radici, abbiamo pensato di cogliere e riscoprire il vigore di questa città, che è terra e fuoco e sangue vivo” affermano gli organizzatori.
“Ogni anno, al primo colpo di tammorra, al primo alito di profumi di cucina, al primo canto intonato, le venelle si vestono di una magia senza tempo, una gioia vera che pervade la gente e riporta in luce la vera essenza della città, la sua unità, la sua vitalità. Non crediamo che tutto ciò che appartenga al passato sia indiscriminatamente bello e indispensabile. Ma nella doverosa conoscenza delle memorie, nella ricerca delle origini e delle radici, abbiamo pensato di cogliere e riscoprire il vigore di questa città, che è terra e fuoco e sangue vivo” affermano gli organizzatori.
Uno speciale ringraziamento per la collaborazione a Luciano Restivo di Majeutica, medico di campagna.