alta la bandiera greca |
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Alla faccia della crisi. La Grecia di Horeca, l’annuale fiera dedicata agli operatori del food e dell’accoglienza, fa affari e festeggia. Si tira fino a tardi, anche oltre l’orario di chiusura, tra un incontro di lavoro e una birra. Mentre a Piazza Syntagma – lo scenario dove a singhiozzo infiamma la protesta, costantemente presidiata, come tutta la zona intorno all’Universita’, dalle forze dell’ordine in assetto anti sommossa – un po’ di saracinesche chiuse tradiscono la apparente normalita’.
Normalita’ che, però, nella sostanza fa si che Atene resti (ed è bene che questo si sappia, alla luce della criminale campagna di colpevole pubblicità lesiva della immagine greca che sta facendo precipitare per prenotazioni turistiche nell’intero Paese) perfettamente in ordine e accogliente.
Numeri in costante crescita per la principale Fiera dell’area balcanica, che si e’ conclusa nei giorni scorsi nell’area Metropolitan, a un chilometro dall’aeroporto Elefterios Venizelos.
Perfetta la logistica per raggiungerla ed eccellente la complessiva organizzazione della esposizione che bada poco ai fronzoli ma che e’ decisamente efficace per il conseguimento degli obiettivi di business.
CAFFE’ E PRODOTTI ITALIANI CHE PASSIONE
Accanto alle attrezzature per la ristorazione, l’arredo e gli hotel, il cuore della quattro giorni sono le bevande, quelle di grandi multinazionale ma anche i vini delle principali cantine, rappresentati da distributori plurimarca, per lo piu’. I greci sono grandi appassionati di caffe’, bevanda che prendono molto sul serio e rispetto alla quale vantano un pubblico mediamente esigente e un’eccellente scuola di barman. il caffè, del resto, e’ un rito per il quale i greci non badano a spese. e i prezzi lo dicono, con l’ espresso a 2,50 euro e una sfilza di innovativi prodotti per gustarselo freddo in ogni forma.
Gran parte di uno dei quattro padiglioni e’ dedicato al caffè’ e ad ogni accessorio necessario. A l’Italia e i suoi prodotti il posto d’onore. E non solo nel caffe’ dove, con l’eccezione della meridionale Toraldo, per la maggiore vanno i produttori del nord est. Il gruppo Procaffè, della quale fa parte la bellunese Bistrot, ha scelto per il lancio della sua Selezione dei migliori caffe’ africani di quattro Paesi, Atene e un barman greco trainer che prepara ogni tazzina come se fosse il suo capolavoro.
Il quarto padiglione, presidiato dalla Associazione Nazionale Chef Greci (che questo autunno sarà a Venezia per la sua trasferta annuale), che vanta numerosi soci stellati e che ampio spazio ha dedicato alle performance e alle competizioni tra giovani e giovanissimi talenti, e’ dedicato al food. E anche qui l’Italia – accanto agli autoctoni carni, prodotti da forno, formaggi da latte di pecora e capra e oli, in particolare – e’ ancora protagonista, sebbene la selezione ha ampissimi margini di miglioramento. La Grecia, con i numerosi operatori italiani ed esteri che propongono piatti italiani sono molto interessati.
Cosa va piu’ forte? Quanto occorre per la pasta, tentativi di riproduzione di pizze e dei loro ingredienti, formaggi e salumi. Atene, come ogni capitale che si cimenti in una fiera del genere, prova a rubare l’anima alle nostre pietanze piu’ note.
Divertente la macchina – italiana invero- che fa la pizza tutta da sola. Come un juke box: infili una monetina e in un minuto impasta, stende, farcisce e cuoce 15 tipi di pizza. Il risultato e’ facilmente immaginabile, ma se mai vi trovaste su un’isola deserta con un’insopprimibile voglia di pizza questa e’ una soluzione. L’investimento di 25000 euro e’ ripagato in un anno sfornando 30 pizze a giorno con una media di 350 giorni l’anno.
rosato da Agiorghitiko |
Non c’e’ traccia meritevole di menzione del vino italiano, ma l’interesse, vista la inevitabile necessita’ di abbinamento e di trovare etichette con un favorevole rapporto prezzo qualita’, e’ sostenuto. Un ristoratore italiano di Skiatos gira con la moglie in cerca di novita’ per il suo locale da 140 posti. Inutile dire che quel poco rappresentato e’ Veneto, Piemontese e Toscano. Quello del Sud troppo poco conosciuto. In compenso il vino greco – che tutto e’ forche’ che a buon mercato – e’ mediamente ottimo. Alla generale passione per gli internazionali Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Sirah e Merlot, fanno da contrappeso i grandi vitigni greci. Notevoli i bianchi da Moscophilero e Assyrtiko l’uno piu’ fruttato e floreale, l’altro piu’ sapido e affilato. Nonché Athiri (originario dell’isola di Santorini). Per i vini da vitigni a bacca nera, gradevole e’ l’Agiorghitiko (letteralmente: di San Giorgio), usato anche in blend con Merlot e Cabernet. Xinomavro (letteralmente: nero acido)vitigno principe della Macedonia, è campione di longevita’ (lo caratterizza anche un tannino deciso) e da’ vini di sorprendente eleganza e corpo.
I greci amano il buon vino e, segno di intelligenza e gusto, i rosati (comuni ed apprezzati sono quelli da Agiorghitiko).
Del resto sebbene non sia, in Grecia, eternamente estate, i grandi flussi turistici legati alla bella stagione e il clima temperato fa si che i vini debbano essere freschi. Ma non anonimi.
I greci – goderecci e nottambuli – amano il vino di qualita’ anche se devono affrontare un rosso enorme. Se è italiano, vale anche la pena soffrire un po’ il caldo.
La birra va per la maggiore. Ovviamente. Non possono mancare in un bar, Mithos, Amstel e Heineken e Alfa. Da una settimana l’olandese Amstel, che produce in Grecia, ha lanciato una piacevolissima “Radler”, ovvero una birra mescolata con limonata. Una trovata estiva molto gradevole presentata in fiera con uno sforzo di promozione monumentale che con i suoi 4 gradi sara’, ritengo, il successo del 2013. Nella bella Santorini, perla delle Cicladi, è nata da poco più di un anno, su iniziativa di un uomo d’affari avveduto, Volkan, doppia etichetta di birra artigianale che, aromatizzata al cedro medicinale e al miele, vanta una lavorazione con la pietra del vulcano dell’isola. Molto gradevole.
Ad Horeca, sebbene i bar e i self service trabocchino di persone intente a consumare, si beve e mangia senza tregua.
Se mai decideste di esporre qui, dimenticate stitici fondi di bicchiere e piatti degustazione semivuoti, portatevi dietro una buona scorta di prodotto, un paio di statuarie hostess in minigonna e il vostro migliore sorriso. I greci sono un popolo diretto e che non bada a spese, ma richiede professionalita’ e un approccio “epidermico” alle relazioni.
Viceversa puo’ essere anche piuttosto sgorbutico, se non al limite della villania. Se avete bisogno di rompere il ghiaccio offrite una sigaretta al vostro interlocutore. Non avrete neanche bisogno di uscir fuori all’aria aperta. Si fuma olimpicamente quasi ovunque. Ahime’!