Barolo Da Milano a Napoli: una bella serata per il pubblico, aperta a pochi invitati della stampa, per la degustazione di alcune annate. Una degustazione abbinata ai piatti di Cisterna Bistrot che ha riservato una anteprima: la Liste 2019 che è stata presentata al recente Vinitaly 2024.
In degustazione, in confronto diretto, il Raviole 2019, un cru proveniente da vigneti nel territorio di Grinzane Cavour di cui la azienda possiede quasi tutto, di fatto costituendo una sorta di monopole.
Un timbro comune a prescindere, sulle 2019, dai microareali: eleganza e note sublimate di smalto e china. In lontananza il floreale spampanato di una viola secca, come chiusa nell’armadio della nonna.
Un altro genere di racconto, con maggiore percezione della variabilità vendemmia, il Cannubi. Qui la degustazione è andata in profondità proponendo: 2019, 2013 e 2009. Sublime, la 2009, sia per una annata con i giusti crismu che per la longevità del Barolo lavorato con il manico giusto.
Interessantissimo il su menzionato Raviole 2019, con vigne con terreni di matrice alluvionale, con alcuni inserti di terriccio e argillia, un mix che conferisce al vino esuberanza ma anche finezza.
Il viaggio di Cisterna Bistrot (simpatico il boarding pass sul tavolo con le indo della serata che ha sottolineato il concetto) si è completato con gli assaggi dello chef Pier Paolo Musso: tapas fusion e amusenbouche dolci salate: Bacio di dama al Provolone del Monaco; babà rustico con insalata russa; tartare di fassona con Colatura di alici di Cetara; Mozzarella in carrozza; bollito con insalata di rinforzo. Golosissimi i tajarin e zuppa forte napoletana.