Caffè. Un’arte di cui son capaci pochi. Parlo della preparazione.
L’area di produzione è la fascia tropicale. Delle 25 specie di caffè più diffuse, solo quattro hanno un posto di rilievo nel commercio dei chicchi di caff: la Coffea Arabica, la Coffea Robusta, la Coffea Liberica e la Coffea Excelsa (fonte caffè.it).
Quanti bar ci sono nel Mondo? Quanti in Italia? Quanti a Napoli?
Nei miei viaggi ho trovato solo in Colombia, ad oggi una discreta capacità di prepararlo, oltre che produrlo.
Coltivazione, elaborazione della materia prima e servizio sono cose ben differenti. Nelle due ultime, l’Italia è leader.
Napoli, spero di non essere di parte, ha uno dei caffè – tazzine – più golose.
E a Napoli c’è un caffè, laboratorio di pasticceria, che amo particolarmente.
Ugualmente i barista.
Sempre accurati e concentrati nella preparazione e cordiali al tempo stesso. Amo sua aria un pò “passata” e linda e i gettoni in acciaio con cui un tempo si contavano i caffè serviti. Sono così rari, ormai.
Il caffè è forte è voluttuoso, sempre caldo. E’ possibile scegliere tra tazza e bicchierino di vetro, con zucchero o senza.
L’abitudine a Napoli, è infatti quella di servirlo già condito con lo zucchero, un pò come si fa a casa, quanto si gira nella moka o nel “bricchetto”.