Risalgono a oltre duemila anni fa le origini del “cipollotto nocerino”, vicino a ricevere la Dop.
La domanda di riconoscimento della denominazione di origine protetta è stata pubblicata in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee e se entro i prossimi sei mesi non saranno sollevate obiezioni si procederà alla sua iscrizione nell’Albo delle denominazioni di origine dell’Unione Europea. Il cipollotto era già conosciuto nella Pompei antica, in quanto alla cipolla, nell’antichità, erano attribuiti effetti benefici e curativi. Piccoli e bianchi cipollotti, in tutto simili a quelli che ancora oggi si coltivano, sono raffigurati nei dipinti del ‘Larario del Sarno’, la cappella dove erano custoditi i Lari, dèi protettori della casa.
Il territorio di produzione previsto dal disciplinare della Dop comprende tutta l’area del bacino della Valle del Sarno che si estende sul territorio dell’Agro nocerino, in provincia di Salerno, e sulla parte sud occidentale della provincia di Napoli. La vocazionalità storica di tale area per la sua coltivazione è espressa poi anche dalla raffigurazione, nei dipinti di Pompei, del fiume Sarno, mitizzato con sembianze umane, il quale, da nume protettore, osserva e tutela la produzione e il commercio delle cipolline che prodotte nella sua fertile Valle vengono trasportate con una barca sulle sue acque fino alla città di Pompei. La superficie interessata dalla produzione è stimata essere di circa 1.200 ettari, con una produzione media di 42 mila tonnellate ed un fatturato di oltre 16 milioni di euro all’anno.
Non è piccolo e nero come un personaggio dei cartoon che generazioni di italiani hanno amato, ma questo cipollotto è ugualmente amato. Che ne pensate?