La crisi economica fa sentire i suoi effetti sui mercati più maturi, ma non mancano le opportunità per nuovi vini, per quelli con un buon rapporto qualità-prezzo del sud Italia o per quelli provenienti dai Paesi produttori emergenti del bacino del Mediterraneo, come Istria, Croazia, Libano, Turchia e Israele. Tutto questo nella quinta serie di interviste ai giornalisti giudici del prossimo Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly, in programma a Verona dal 12 al 16 novembre 2012.
Verona, 6 ottobre 2012 – La crisi colpisce duro in Grecia, lo sappiamo, niente di strano quindi che la gente diserti i ristoranti e preferisca condividere una bottiglia di vino a casa con gli amici. Più strano, invece, venire a sapere che anche in Olanda la recessione economica condiziona le scelte di acquisto, come pure in Slovenia, mentre in Svizzera cresce l’attenzione al rapporto qualità-prezzo; diversa la situazione in Repubblica Ceca, dove il mercato del vino si sta aprendo ai vini stranieri, offrendo ancora margini di crescita.
Lo dicono il greco Teodoro Sdroulias, l’olandese Fred Nijhus, gli sloveni Andreja Lajh e Gorazd Šinik, lo svizzero Beat Koelliker e la ceca Darina Sieglova. Sono alcuni dei giornalisti prossimi giurati al Concorso Enologico Internazionale (12-16 novembre 2012), che hanno accettato rispondere alle domande di Vinitaly (i loro curricula su internet alla pagina http://www.vinitaly.com/areaEspositori/giuria-concorso-enologico/) per la quinta serie di interviste di Aspettando il Concorso Enologico – Il vino nel mondo, tra tendenze di consumo e nuovi modelli produttivi” su http://aspettando.vinitaly.it.
“Questa crisi certo cambierà certe abitudini – dice Sdroulias -. In Grecia però le nuove generazioni preferiscono bere vino piuttosto che altre bevande, a differenza che in passato, per questo sono sicuro che il vino potrà crescere, basta trovare il modo per attrarre i giovani come consumatori”.
“Il mercato nei Paesi Bassi è maturo – spiega Nijhus -, ma cresce seppure lentamente e con più attenzione ai prezzi più bassi a causa della recessione economica. Incerti anche gli effetti sulle vendite per l’aumento dell’Iva dal 19 al 21% entrato in vigore il 1 ° ottobre scorso. Anche i ristoranti si stanno indirizzando verso i vini con prezzi più bassi rispetto al passato, ma anche verso i Paesi emergenti mediterranei come Istria, Croazia, Libano, Turchia e Israele e dell’Europa dell’Est, ad esempio l’Ungheria. L’Italia è in crescita e sembra avere più potenziale rispetto a Francia, Germania o Spagna, mentre il Sudafrica probabilmente perderà quote di mercato”.
La Slovenia è un mercato tendenzialmente maturo grazie alla propria tradizione enologica, “ma non molto aperto ai vini d’importazione – dice Andreja Lajh – e in questo momento condizionato dalla scomparsa della classe media”. “A causa della situazione economica – puntualizza Šinik – i consumatori si stanno orientando verso vini leggeri e non costosi, ma con una aumento di quelli importati. Il gusto è in evoluzione e si andrà verso vini eleganti ed equilibrati”.
Saturo per Koelliker il mercato svizzero, “quindi non può crescere quantitativamente, ma qualitativamente forse sì. Tra i rossi, i vini potenti di Francia e Italia sono stati a lungo popolari, ma i vini rossi del Nuovo Mondo hanno aperto una nuova via per il consumatore e gli spagnoli sono stati in grado di creare un’alternativa più economica. Il buon rapporto qualità-prezzo dei vini meridionali – infine – li rende interessanti permettendogli di conquistare quote di mercato”.
A differenza dei Paesi fin qui visti, nella Repubblica Ceca – dice Sieglova – “i consumi sono sicuramente in continua crescita, la gente sta ancora imparando a conoscere il buon vino, sperimentando nuovi sapori, marchi e Paesi. Molto difficile dire quali siano le preferenze, ma si va verso la qualità”.
Le interviste complete si possono leggere e commentare sul sito della manifestazione al link http://aspettando.vinitaly.it.
Fonte: CS vinitaly