Ci vuole poco. Ma molto pragmatismo nord europeo per risolvere il dilemma “albero di Natale vero o finto”. In Svezia, come in Germania, è risolto a monte: “vero senz’altro”. Con stupore scoprono i nostri alberi di plastica lampeggianti e musicali. In tutta la Germania l’albero è rigorosamente vero. Spoglio per lo più. Con finissime palle di vetro trasparenti e stelle di paglia di varie dimensioni che ricordano i fiocchi di neve al microscopio. Le luci sono candele di cera d’ape fissate sui rami con pinzette. L’accensione dell’albero è un rito cui partecipa tutta la famiglia, la festa dei bambini. E’ il momento della scena del nonno che prende in braccio il nipotino perchè possa accendere lui stesso una delle candele in uno dei punti più alti. O di quella dei più piccoli che soffiano sulle candele poste più in basso, all’impazzata, pensando al compleanno. Ma la torta non c’è. L’albero, è un marcatore sociale. La classe medio-alta lo preferisce slow, con le candele vere. Guarda con raccapriccio e un pizzico di divertimento compassionevole agli alberi rock, ai Babbo Natale che penzolano dai balconi e alle variopinte luci intermittenti, effetto discoteca, che si vedono in ogni casa lanciando un’occhiata ai balconi. Per chi è cresciuto in Campania questo è Natale, invece. E la Cina negli ultimi anni ne ha dettato il colore. Al Sud chissà a quanto tempo fa risale l’uso delle candele vere! Ma chi se lo può permettere, ogni anno compra un albero vero. Con le radici, magari, perchè continui a vivere. Purtroppo la gran parte finisce appoggiata a un cassonetto a gennaio quando i Magi hanno ultimato il loro viaggio. Le massaie si lamentano degli aghi dell’albero che finiscono dappertutto. Se la prendono con il marito che ha avuto l’idea. “Come al solito non capisce nulla delle esigenze di una donna”. Non ha rispetto per il suo lavoro. Lavoro che a Natale, tra pranzi e cene si fa duro una volta di più. Tutti godono, però, del fresco profumo che il verde abitante delle foreste cede all’ambiente. Non c’è deodorante per la casa che tenga. Per alcuni mesi gli esemplari più fortunati sopravvivono sul balcone. Ma si fanno sempre più brutti e tristi. Come un vecchio che ha perso la sua compagna di una vita. Non basta all’abete l’altitudine di due piani per star bene in salute. La nostalgia della montagna lo uccide. Prima o poi fa la fine dei suoi colleghi senza radici: nel cassonetto. Solo un pò dopo. Il che non è una benedizione, in fondo. E’ storia di trenta anni di vita e di Natali. Aggiungo il ricordo della signora Albina, mitica nonna adottiva irpina, che il suo albero di plastica bianca, sotto ai miei occhi increduli, lo lavò in lavatrice e lo stese con le mollette fuori dal balcone della sua cucina. Con questi pensieri accolgo una proposta di Ikea per il Natale 2008: dal 14 novembre 2008 è possibile acquistare un albero di Natale (Picea Omorica) alto circa 150 cm a 9,90 euro, vaso escluso. Salvo esaurimento scorte. Riconsegnandolo dal 5 al 12 gennaio 2009, insieme allo scontrino, si otterra’ un buono di importo pari al prezzo di acquisto da spendere entro il 2 febbraio 2009. Per ogni albero reso, Ikea donera’ 3 euro ad un parco italiano per favorire il rimboschimento e la salvaguardia di aree naturali. Ancora una volta: “albero vero o albero finto?”.
Home » Eventi in Campania » Dal 14 novembre 2008 Monicottericordando- “Albero di Natale vero o finto?”. La soluzione svedese di Ikea