Vi presento Dudù, la prova che chi, o cosa, è bello è anche in gamba. E’ uno splendido esemplare di Lagotto Romagnolo, razza antica, frutto dell’incrocio di segugi con cani da pastore, ed è un vero talento: un gran cane cerca tartufi. Il suo pelo molto fitto e idrorepellente lo rende ideale nella ricerca fra i rovi del sottobosco, dove il tartufo ha il suo habitat. Il Lagotto sembra più un cane da signorine, per la sua bellezza e per il suo pelo riccio, ma i tartufai lo utilizzano per la sua abilità al posto meticci, più o meno incrociati con il Lagotto, o di altri cani da caccia.
Dudù ha un pedigree da gran campione, tanto da essere addetto alla monta delle 6 splendide femmine dell’allevamento dove vive, e un animale che si è piazzato al primo posto in competizioni nazionali per la sua bellezza. E’ uno dei cani di Carmine Marinelli (0825 683409 -www.deicolliripini.com) che nel 1997 ha dato corso con suo padre alla passione per i cani da tartufo, dedicandosi a questa razza che – dice – sfiora la perfezione per la ricerca del tartufo e per l’incredibile amore che questo cane nutre per il padrone.
E’ lui a scovare con il fiuto i preziosi tartufi irpini. Una volta individuati li dissotterra con rapide zampate. Per questa ragione, oltre al naso finissimo, ha pettorali sviluppati e una gran muscolatura scultorea sotto il pelo riccio che, è, mi racconta l’allevatore, uno dei pochi a non provocare allergie, tanto che Michel Obama ne avrebbe cercato un esemplare in lungo e in largo per sua figlia.
La raccolta dei tartufi in Campania è un’attività della quale si parla troppo poco. Solo recentemente ha raggiunto una certa notorietà il tartufo di Bagnoli Irpino, abbinata spesso alla castagna di Montella IGP, che tra quelli campani si distingue per l’intensità.
Blind test su di me. B è inconfondibile: t. mesentericum |
Oltre che a Bagnoli Irpino, lo si trova su tutti i Massicci del Terminio e del Cervialto, sui Monti Picentini, al confine tra le province di Avellino e Salerno. Ogni anno, ad ottobre, la comunità di Bagnoli dà vita a una manifestazione che sta riscuotendo sempre più risonanza.Ma in Irpinia, nelle aree montane del Partenio e del Terminio Cervialto, oltre al tuber mesentericum, o di Bagnoli Irpino, vi sono altri tartufi, tra i quali uno molto delicato, bianchetto; l’uncinato, il tuber aestivum o “scorzone” e il moscato. Il 60% della produzione campana di tartufi è concentrata in Irpinia, il 30% è localizzato nella provincia di Salerno nei boschi nell’Alto Sele tra Colliano, Valva e Laviano; nei Monti Picentini e nel Parco Naturale del Cilento. Il restante 10% viene raccolto tra Taburno, nella provincia di Benevento, e Massiccio del Matese, in quella casertana.