È stata presentata nei giorni scorsi alla Fondazione Mondragone presieduta da Giulia Parente, sede del Museo del Tessile e dell’Abbigliamento, alla presenza dell’assessore al Turismo e ai Beni culturali della Regione Campania Claudio Velardi, la prossima edizione della “Festa a Vico”, al via domani.
Nata come goliardica iniziativa di incontro tra chef di tutto il Mondo, del suo ideatore e organizzatore storico Gennaro Esposito, patron della Torre del Saracino di Vico Equense, l’iniziativa ha assunto in questi anni un peso notevole nell’ambito dell’agenda dell’alta cucina mondiale.
Veicolo di un messaggio e di un saper fare che supera i confini specialistici, quest’anno l’evento assume una valenza più ampia e va al giro di boa: da festa di Vico, a festa dell’intera regione, con il coinvolgimento, non solo dell’espressione più vitale della gastronomia campana, che aderisce massicciamente capeggiata da Gennaro Esposito e da Alfonso Iaccarino, patron di Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi, ma anche con la precisa volontà di dare una testimonianza più che reale di quegli ampi segmenti produttivi d’eccellenza che il Mondo intero riconosce alla Campania.
Grazie alla collaborazione con Nino di Costanzo, del ristorante Mosaico del Terme Manzi, la festa, allora, quest’anno, abbraccerà l’isola d’Ischia, alla cui volta, il gruppo partirà lunedi’ 9 giugno per una sessione tutta dedicata alla cucina e ai bagni termali.
In serata la performance al Bikini di Vico Equense “Siamo solo all’inizio” della quale saranno protagonisti 30 cuochi emergenti scelti tra quelli che hanno intrapreso la carriera o un nuovo progetto da un paio di anni.
Tornano a svolgersi (tutti gli appuntamenti sono su invito), invece, secondo una tradizione consolidata nelle scorse edizioni, la serata iniziale di domenica sulla spiaggia di Vico con una cena a base di pizza per tutti gli ospiti che alla spicciolata raggiungeranno con ogni mezzo al Costiera, e quella finale, di martedì, al complesso le Axidie dove, all’interno di una enorme cucina, 40 degli chef venuti da tutto il Mondo prepareranno un piatto di alta gastronomia.
Pur conservando il suo spirito festoso, di evento fatto da e per i cuochi partecipanti, con un occhio particolare a quelli emergenti, quest’anno la Festa a Vico, dunque, si propone come un modello delle sinergie che dal basso, dal mondo delle professioni, in questo caso quelle dell’alta cucina, possono venire a difesa dell’immagine di accoglienza e qualità della regione, “una passerella della Campania virtuosa” come la ha definita la food editor e giornalista di Repubblica Licia Granello che moderava l’incontro. Alla base, la convinzione che la regione possa fare delle produzioni di qualità, di quelle materie prime e di quella creatività sulle quali si basa il successo mondiale di chef come Iaccarino, i propri volani di sviluppo.
A sottolinearlo, fra gli altri, Marino Niola che ha ricordato come questo vada incontro a uno scenario che vede sempre maggiormente il settore dell’alimentazione rappresentare la punta di diamante del Made in Italy.