Franco Pepe foto monicapiscitelli |
Era attesa la presentazione, fatta all’Interporto di Nola, alla Nuova Città del Gusto, della Guida alle Pizzerie d’Italia firmata Gambero Rosso. Tra gli oltre 400 locali, la classifica delle migliori pizzerie classiche e al taglio. Annunciati i Tre spicchi: Pepe in Grani (Caiazzo, CE), Da Attilio alla Pignasecca (Napoli), Trattoria Fresco (Napoli), La Notizia (Napoli, via Caravaggio 53), La Notizia (Napoli, Via Caravaggio 94), Sorbillo (Napoli), Starita (Napoli), Era Ora (Palma Campania), Pizzeria Salvo da tre Generazioni (San Giorgio a Cremano) e infine Massè (Torre Annunziata).
Appare assolutamente condivisibile la classifica. Centrata ed equlibrata, sostanzialmente non nuova per chi in questa realtà è immerso.
Premiati gli assi della Pizza Napoletana. I veri protagonisti degli ultimi anni con una puntata al futuro che è già, in verità, presente.
Enzo Coccia fotopiscitelli |
Il trio superstar Sorbillo, lo scugnizzo della pizza e gran comunicatore; Coccia, il maestro iniziatore della rivoluzione “gourmet” oggi in atto; Pepe (premiato anche con Gabriele Bonci per l’Impasto), gran artigiano decollato definitivamente negli ultimi due anni, attraverso una presa di coscienza nuova e piena della sua arte che gli dà il dominio assoluto nel suo territorio. Con lui andare fuori porta, fuori dai confini di Napoli, per la pizza, è diventato un must.
Con Gino Sorbillo foto Pellino |
Poi alcuni classici come Starita, Da Attilio e F.lli Salvo di San Giorgio a Cremano, pizzerie di territorio con l’occhio lungo, la cui priorità è la qualità. Poi Fresco, l’unica pizza degna di questo nome dell’area più turistica della città di Napoli; oggi forse rilanciata dalla presenza del nuovissimo angolo cult del lungomare: Lievito Madre di Gino Sorbillo. Alfredo Forgione, pizzaiolo consumato di gran personalità, detiene per ora il primato nell’area, in attesa che l’onda Sorbillo definitivamente si consolidi. Due nomi, infine, espressione del nuovo che avanza: Pietro Parisi, Era Ora, gran sperimentatore e Ciro Salvo alla Pizzeria Massè, giovane straordinario artigiano, che dopo la separazione dai fratelli a San Giorgio a Cremano, sta guadagnando il suo spazio. Impeccabile artigiano al banco, professionista che diventerà presto una gran stella della pizza napoletana. E’ solo una questione di tempo. Con questo nome Gambero Rosso tira fuori dimostra il livello di approfondimento raggiunto con questa edizione. Cosa che mette a tacere i grossolani errori del passato.
Con il nome di Ciro Salvo, si individua una tendenza e con lui a trionfare è davvero la pizza napoletana più tradizionale, ma curata sotto ogni punto di vista. La pizza che fa re, l’impasto. Elemento per il quale Ciro Salvo, come ogni pizzaiolo tradizionale, ha rispetto e amore assoluto e totalizzante. A lui, dal Gambero, anche il premio Migliore Ricetta.
Insomma è affidabile la fotografia fatta di Gambero Rosso della pizza campana. Ma manca solo un nome (manca sempre qualcosa, lo sappiamo, alle classifiche, sintesi estrema e difficile da comporre): Guglielmo Vuolo. Tanto fuoriclasse e artigiano di gran esperienza, quanto schivo e defilato. Un talento che merita di essere portato in auge e che personalmente ho già virtualmente collocato nella Top 10 della mia Guida alle Migliori Pizzerie di Napoli e della Campania.