Un libretto, il Liber de coquina, scritto dall’imperatore e re di Sicilia Federico II, smarrito e ritrovato e oggetto di studio e traduzione. Un piccolo gioiello recuperato grazie ad un ampio progetto della Università Federico II di Napoli e presentato ieri al Senato Accademico, nella sede centrale, alla presenza del rettore Matteo Lorito.
Liber de coquina, trattato di gastronomia di epoca medievale che raccoglie all’incirca 170 ricette, rappresenta una delle più importanti testimonianze sulle abitudini alimentari presso le corti italiane ed europee.
Esso viene analizzato e commentato dagli autori – Elisabetta del Moro, Paola Adamo, Valentina della Corte, Francesca Marino – portandoci alle origini della nostra cucina. Racconta, inoltre, molte ricette della nostra tradizione (non solo meridionale), tra cui ‘i vermicelli alla genovese, piatto vegetariano a base di cipolla, nel quale la carne era una opzione, una aggiunta” si è detto.
‘Le origini della cucina italiana, da Federico II a oggi’, attraverso un’analisi storica e la rielaborazione in chiave moderna del libretto, pone l’attenzione sul contributo che l’epoca e la corte di Federico II hanno avuto nello sviluppo della cucina italiana e della dieta mediterranea.
Il libro raccoglie interventi di Fulvio Delle Donne, Gianni Cicia, Massimo Ricciardi, Marino Niola, Luciano Pignataro, Raffaele Sacchi, Francesca Marino ed Elisabetta Moro e le ricette degli chef Corrado Assenza, Domenico Candela, Moreno Cedroni, Caterina Ceraudo, Enzo Coccia, Vitantonio Lombardo, Angelo Sabatelli, Mauro Uliassi.
Quanto mai tempestiva la uscita del libro, che è anche un ricettario curato da chef e esperti: gli 800 anni della Università Federico II, impegnata in solenni celebrazioni.
La Birra Federico II
Hanno partecipato alla presentazione, moderata dalla giornalista Chiara del Gaudio, le curatrici, gli autori e alcuni chef.
Sul finale, la testimonianza sui fritti e sulla Montanara, ovviamente, Enzo Coccia e il brindisi con la birra Kbirr che ha realizzato per gli (0 anni della Università due speciali etichette in formato da litro: una bock (il nome “muflone” di questa tipologia rende il senso) di ispirazione tedesca per una sorta di ricostruzione storica di gusto svevo. Anche se la birra è nata ben dopo: circa 300 anni. Due referenze convincenti e non solo celebrative!