La civetta asiatica delle palme (Paradoxurus hermaphroditus), o Zibetto, un piccolo animale pacifico goloso di bacche di caffè è piuttosto noto.
Qualcuno un giorno scoprì che l’animale riusciva solo in parte a digerire le buone bacche saporite e che le defecava quasi tal quali. Le raccolse e fece tostare per servirlo in tazza. Pressapoco così deve essere andata. Oggi il caffè di Kopi Lowak è servito in esclusivi locali a 20 dollari a tazzina e non si producono più di 500 chilogrammi all’anno di questo prezioso caffè che ha aromi particolarissimi.
Al di là del facile umorismo, il motivo è semplice: il processo digestivo lascia la gran parte dei chicchi intatta ma l’ambiente acido trasforma il gusto amaro tipico delle proteine sulla superficie dei chicci in un sapore dolce.
Eticamente.net ha rilanciato un video realizzato dagli attivisti di Peta dal quale si vede chiaramente che le civette, non sono affatto allo stato brado, ma, come era facile immaginare finisse, tenute in gabbie costrette a mangiare solo le bacche golose che amavano. E costrette, dunque a produrre caffè.
Il video evidenzia che gli animali sono costretti in gabbie sporche e piccole, sono malati con comportamenti apatici o nevrotici dovuti alle lunghe permanenze nelle gabbie.
Ma non è tutto qui.
Il Fattoalimentare.it segnala che “l’ inglese Telegraph racconta che in Thailandia qualcuno ha pensato di usare anzichè lo zibetto un animale più grande: l’elefante”.
Il vantaggio è evidente.
Black Ivory (avorio nero) è venduto in Thailandia e a Dubai a un prezzo di circa 1100 dollari al chilo.
Sul finire del video che segue, una grazioa signora descrive il gusto del caffè da cacca di elefante…