L’incontro è stato moderato dal coordinatore provinciale del Forum Nicola Sorbo che, dopo aver illustrato la campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” con l’invio a tutti i Comuni italiani di una richiesta ufficiale di dati relativi al patrimonio edilizio esistente ma non utilizzato, si è soffermato su alcune specificità della Campania, regione che vede nelle attività legate al ciclo del cemento la prima industria. La crisi del settore sta portando ad una vera e propria deregulation nel campo dell’edilizia, tanto che circa un terzo dei comuni della Campania, dotato solo di programmi di fabbricazione, con il “piano casa” varato lo scorso anno è stato privato anche di questo strumento urbanistico nelle aree agricole, per cui oggi sarà possibile a chiunque sia produttore di beni o servizi, ottenere il permesso a costruire senza particolari limiti alle altezze e alle distanze: dal commercio all’artigianato, dalle professioni liberali ai servizi di intermediazione finanziaria, dalle attività alberghiere ai servizi di telecomunicazioni.
Il sindaco Vincenzo Cenname, nel corso del suo intervento ha illustrato le linee programmatiche del nuovo Piano Urbanistico Comunale di Camigliano, caratterizzato da una sostanziale moratoria dell’espansione edilizia. Il PUC prevede interventi soprattutto volti al recupero del patrimonio edilizio, anche attraverso piani di edilizia residenziale pubblica e convenzionata, con la conseguenza di favorire anche un incremento del valore degli immobili del centro urbano. Cenname ha sottolineato la necessità di ricondurre l’utilizzo degli oneri concessori da parte dei comuni nell’alveo originario, mentre oggi sono di fatto assimilati a una qualsiasi imposta da usare nelle partite correnti per qualsiasi finalità. Questa facoltà data ai Comuni ha scatenato un effetto perverso con incrementi edificatori volti anche a sanare la cronica crisi di liquidità degli enti locali.
Il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimino, che nel frattempo ha sospeso lo sciopero della fame per salvare il Real sito di Carditello, ha voluto esprimere il suo più sincero ringraziamento al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il suo personale interessamento ha determinato negli organi dello Stato un più attento impegno per salvare il monumento dalla rovina. Cimino ha insistito sul significato anche simbolico che riveste la battaglia per Carditello: il comune di San Tammaro, prima famoso solo per le sue discariche e per le infiltrazioni camorristiche, vuole riprendersi la sua identità come centro che, proprio a Carditello, era un tempo noto per i suoi allevamenti di cavalli di razza persana, di bufale e di bachi da seta destinati agli opifici serici di San Leucio. In questo senso si batterà perché anche l’area di Carditello venga riconosciuta come parte integrante del sito Unesco di Caserta, che oggi comprende la Reggia vanvitelliana, il Real sito di San Leucio e l’Acquedotto carolino, che giunge anche nelle campagne di San Tammaro per irrigare i campi del sito borbonico. Cimino ha anche denunciato lo sperpero di territorio che in passato c’è stato nel suo comune. Con 5.000 abitanti, all’atto del suo insediamento nel 2008 ha trovato nelle previsioni urbanistiche ben quattro aree PEEP, molto al di sopra delle necessità locali.
Il sindaco di Pietravairano Francesco Zarone, nell’illustrare la complessa vicenda della delocalizzazione del cementificio Moccia da Caserta al suo comune, ha più volte insistito sulla necessità delle rispetto delle leggi in materia, contro la logica di conferenze di servizi da aprire e chiudere a seconda delle opportunità. Egli ha denunciato, altresì, pressioni forti che la sua Amministrazione starebbe subendo, al limite del rilievo penale. Nel ringraziare il locale comitato civico per l’impegno profuso congiuntamente al Comune, ha espresso la sua sincera solidarietà al lavoratori della Moccia per i quali ha chiesto onestà di intenti alla proprietà e a quei sindacati che, invece, vorrebbero scaricare la responsabilità del loro destino sulla sola comunità di Pietravairano.
Tra gli altri interventi, da segnalare quello di Mena Moretta del Coordinamento Acqua Bene Comune di Caserta, che ha sottolineato il profondo legame tra la tutela dell’acqua come bene comune e la difesa delle terre, e di Jolanda Capriglione del Club Unesco di Caserta che si è soffermata sulla opportunità di una più adeguata attività formativa anche sui temi legati alla tutela del paesaggio.
Fonte:CS