Dopo 25 anni, la Festa di Piedigrotta è di nuovo realtà. Agli eventi che hanno segnato il riavvio della manifestazione a luglio, seguiranno quelli inaugurati ieri e che si protraranno fino al 12 settembre a Napoli.
In questi anni intorno alla più grande delle feste del popolo napoletano, rimasta in fondo al cassetto dei desideri dei tanti coetanei che, come me, conservano il ricordo della versione anni Settanta – con le sue trombette di cartone, le stelle filanti e i coriandoli come a Carnevale, i fuochi d’artificio, qualche travestimento ed una gran folla per strada – si è sviluppata un’alea quasi di mito e si sono sprecate le manifestazioni di rammarico per l’oblio che l’aveva inghiottita. E oggi, che a Napoli Piedigrotta è tornata, quasi non me ne sono accorta.
Forse, come spesso accade, troppo lunga e sospirata è stata l’attesa, da dimenticarne il motivo. Dal languore di fine estate nella quale era calata ieri pomeriggio Piedigrotta, ho ricavato la sensazione che forse i napoletani non sentano più pungente come un tempo, o come hanno creduto nel corso degli anni nei quali ne hanno coltivato il ricordo, l’attrazione per questa festa antichissima, legata al culto settembrino della Madonna. Alla natività di Maria è, infatti, dedicata la Basilica di Santa Maria di Piedigrotta, uno dei cuori pulsanti della religiosità partenopea, collocata fra Via Caracciolo e la stazione ferroviaria di Mergellina, che ieri sera si è illuminata con le luminarie artistiche curate dall’artista Annibale Oste. Irreprensibile, è indubbiamente l’organizzazione della festa, il tam tam mediatico montato intorno all’evento e il contenuto del calendario degli eventi: sono assai numerose le iniziative organizzate per queta prima edizione della Piedigrotta del XXI secolo.Tra le tante, una mostra storica dedicata a “O sole mio” – la celebre canzone che, nella Piedigrotta del 1898, arrivò seconda al concorso musicale che tradizionalmente anima le edizioni della festa – darà il via alla kermesse settembrina. Il vernissage, curato dalla Fondazione Bideri, è stato inaugurato ieri sera al Salone Margherita e sarà visitabile (l’ingresso è gratuito) per tutto il mese di settembre dalle 10.30 alle 19.00. Il clou della festa sarà il grande concerto in piazza del Plebiscito, il 7 settembre, affidato a Massimo Ranieri, che ospiterà ospiti nazionali ed internazionali che canteranno tutti in napoletano, e lo spettacolo dell’8 settembre alla Rotonda Diaz, con le canzoni napoletane in concorso, scritte da esordienti. Quattro carri, lunghi 12 metri l’uno, poi, sfileranno creando un serpentone di 50 metri dedicato alla canzone napoletana.Cosa manca? Forse un pò di entusiasmo da parte del popolo? O forse il baricentro della festa è centrato su un altro pubblico? Cosa è, poi, il popolo di Napoli oggi?Se Piedigrotta è la festa più rappresentativa della napoletanità, insomma, andrebbe capito cosa è oggi la città e a chi, dunque, Piedigrotta è stata restituita. Così come mi sembra concepita, questa prima edizione post-oblio ha forse un’unica pecca di fondo: una veste troppo colta, forse troppo ragionata, razionale. Vero è che di tempo per ragionarci su, ce n’è stato.Eppure, per dirla con un paradigma culinario, un pò mi sembra come se, calato il sipario su una tavola sulla quale faceva mostra di sè un generoso piatto di maccheroni al pomodoro, dopo venticinque anni, lo stesso, si alzi su una raffinata porcellana contenente una preparazione di haute cuisine. Gli spettatori restano sbigottiti e intimiditi e già pensano a come correttamente appropinquarvisi.Se Napoli si sentirà rappresentata da questa versione forse troppo celebrativa del passato per godere in maniera sfrenata del presente, Piedigrotta, nei prossimi giorni, esploderà di nuovo nella festa che ricordo.Un fatto positivo è già concreta realtà: settembre ha un nuovo motivo di richiamo turistico, complice il bel tempo che ormai si protrae fino a fine ottobre. La cosa non può che giovare all’economia locale. Aspettiamo e vedremo, allora.Le prossime sfide? Fare della festa per il Santo Patrono della città qualcosa di più degno dell’entusiamo che Oltreoceano già manifestano i nostri connazionali emigrati, che lo festeggiano quasi un’intera settimana, e metter su un Carnevale all’altezza dell’indole festaiola ed artistica della città. Non è Napoli, del resto, al di là degli episodi bui, la città del sorriso? La città che stupisce i miei amici provenienti dall’estero? Per bambini, stranieri, e “forestieri” in genere, ne ho riscontri continui, Napoli è il luogo nel quale la gente ti vezzeggia, ti dà da parlare, ti offre un caffè, ti apre le porte di casa propria o ti regala qualcosa con slancio. Napoli sorride ancora nonostante tutto, e su questo non c’è nulla da ridere.Per tutte le informazioni su Piedigrotta: http://www.festadipiedigrotta.it/ e http://www.eptnapoli.info/.