Natura morta. Una contraddizione in termini. Opulenti melograni color granato, guizzanti pesci dall’occhio lucente, croccanti grappoli d’uva e sontuosi calici di vino color rubino o oro rappresentati da pittori di ogni tempo per immortalarne la straripante vivacità di colori, la fragrante freschezza e la succulenza ammiccante. Altro che morta: la natura vuol essere più che mai viva. E l’artista ha sempre fatto la sua, in questo senso. La natura è, dunque, morta solo nel nome, in questi lavori. Eppure la sala o la parete che in un Museo espone questo genere opere è quasi sempre quella meno amata dai visitatori.
Le si scorre velocemente. C’è chi le salta a pie’ pari.
Poi: un mangiatore di fagioli, Cristo alla tavola dell’Ultima Cena e Rodolfo II in veste di Vertunno. A guardare tutto ciò con gli occhi dello storico o dell’antropologo dell’alimentazione si scopre invece che alla tavola di questi dipinti l’abbuffata di elementi da osservare, interpretare e classificare è da lasciar senza fiato. Si aggiunge e sovrappone, a quella estetica, la lettura simbolica. I limoni sono la redenzione, la mela il peccato ma anche la conoscenza, la farfalla la resurrezione, l’aglio il peccato reiterato e cosi’ via. Ave Appiano, docente e esperta di comunicazione visiva, in “Bello da mangiare”, attraverso l’analisi semiologica ed estetica della pittura dell’alimentazione, propone una storia gastronomica che, partendo dall’arazzo di Bayeux (XI secolo), passa per i riti e le manifestazioni varie della cultura del cibo, per arrivare ai giorni nostri. I quadri, come oggi per noi le fotografie e i video, costituiscono un tale archivio che l’autrice, con l’aiuto dello chef Andrea Ambrogini ricostruisce delle ricette per cucinare i piatti dipinti sulla tela. Questi ed altri spunti di riflessione si sono fatto largo nella mia mente dopo l’interessante incontro con la dottoressa Helga Sanità dell’Università Suor Orsola Benincasa, che conduce degli studi specifici su questi argomenti, alla lettura della notizia dell’imminente inaugurazione, il prossimo 17 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, a Napoli (Villa Pignatelli) di una bella mostra dedicata all’evoluzione del gusto e alla raffigurazione della cultura gastronomica napoletana. Ad essere esposte sono riproduzioni fotografiche e dipinti, provenienti da collezioni pubbliche e private, che ripercorrono la storia della civiltà gastronomica attraverso le tavole imbandite, i banchetti e le cucine raffigurate negli affreschi, da quelli pompeiani a quelli ottocenteschi. Dopo la tappa napoletana la mostra verrà presentata in numerose città in Italia e all’estero, presso le delegazione dell’Accademia della Cucina e negli Istituti di Cultura, grazie all’impegno delle delegazioni e a un accordo con il Ministero degli Affari Esteri. L’ingresso costa 2 euro.Per informazioni: Museo Pignatelli (tel. 081 7612356 o 081 669674) e Accademia Italiana della Cucina (tel. 02 66987018).
Immagine: Cena in Emmaus, Caravaggio, 1602