The New York Times torna a posare la sua penna sull’Italia. Dopo aver parlato dell’inesorabile declino del Belpaese (vai), torna, lo ricorda la Stampa, cui vi rimando (vai), ad occuparsi dell’Italia parlando di uno delle sue più sfavillanti perle enologiche: il Barolo. Si è detto di tutto di questo vino. Ed ecco che La Stampa titola “Corteggiare con il Barolo”.
Insomma il Barolo è il vino più sexy al mondo. I produttori, invitati a dire cosa ne pensano, annuiscono:”certo che si”.
A mio modo di vedere, è’ un sexy piuttosto energico, maschio, ma anche austero, elegante e raffinato, il re dei vini piemontesi. Una sorta di George Clooney in versione alcolica. Non è però l’unico, tanto che l’aggettivo, secondo me, si può estendere ad altri vini e prodotti.
Si sa: c’è una certa sensualità nel rapporto tra cibo, vino e degustatore.Una candela accesa, e un pò di musica di sottofondo, possono fare di una serata dedicata all’apertura di una buona bottiglia, un momento molto intimo. La danza di corteggiamento inizia con la promessa che ci consegna il tappo, con l’ascolto della caduta del vino nel bicchiere. Poi si scoprono le prime sensazioni odorose, più o meno aggressive o nette al naso. E’ l’invito ad affondare il naso nel bicchiere, per poi allontanarlo. E di nuovo tornarci. Ci si inebria con la frutta, i fiori, più o meno freschi, con le note minerali, per cavalcare verso quelle più animali. Da questi primi momenti di conoscenza, nasce il desiderio di andare oltre. E’ l’incontro con la bocca e il viaggio attraverso le sensazioni che il naso non ha che anticipato.
Sorpresa, soddisfazione e delusione, anche esaltazione. Non resta che annusare ancora a fondo quello che riamane. Le ultime goccie nel bicchiere regalano ancora un ricordo intenso dell’incontro gustativo e presagiscono quelli successivi.