C’è chi inveisce condannandola come la festa più trash dell’anno, chi la tollera e si chiude in casa, chi la aspetta tutto l’anno e da settimane prepara un regalo o una sorpresa. Spesso questi ultimi sono giovani, teneri sognatori. Oppure impenitenti traditori in cerca di perdono. Una cosa è certa: non bisogna essere innamorati per festeggiare San Valentino. Per lo più basta fare un gesto che lo faccia credere e renda plausibile il senso di colpa e pentimento che proviamo per essere sempre tanto occupati. Tuttavia San Valentino non viene del tutto inutilmente, come la festa del papà, della mamma e dei nonni, secondo me. A coloro che davvero hanno perso la bussola e sono tanto assorbiti dal quotidiano da farsi da dimenticarsi che in fondo evadere il lavoro e portare i soldi a casa per la famiglia non significa avercela a cuore davvero, San Valentino offre una piccola pausa mentale. Come ogni cosa triste e tragica che accade intorno a noi. Solo che in quest’ultimo caso è spesso troppo tardi per rimediare. Peccato solo, che si faccia fin troppo in fretta a dimenticare il gran sorriso che una nostra rosa o un nostro bacio ha acceso sul viso di chi ci ama.
Monicotterando – San Valentino: più puro trash o piccola opportunità?
Ma chi è San Valentino, quello vero? Un martire. Convertitosi nel 197 e ordinato vescovo, nel 270, mentre era a Roma, Claudio II il gotico gli ordinò di mettere fine alla sua opera di evangelizzazione. Lui si rifiutò di abiurare la propria fede e per un pelo non fu giustiziato. Non gli andò così bene la seconda volta. Arrestato ancora da Aureliano, fu giustiziato il 14 febbraio del 273. Esistono una serie di storie che gli hanno tributato fama di protettore degli innamorati. Una sostiene che restituì la vista alla figlia del suo carceriere e che prima di morì la salutò con dolcezza firmandosi “il tuo Valentino”. Un’altra narra che un giorno il vescovo Valentino, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un’altra versione di questa storia narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccio (da cui l’espressione”innamorati come piccioncini”.
A Terni sul luogo della sua esecuzione sorge una basilica nella quale attualmente sono custodite, racchiuse in una teca, le reliquie del Santo.
E noi: non facciamo morire il Valentino che c’è in noi, nè innalziamogli cattedrali, solo una volta l’anno!