Sono entrate in vigore da pochi giorni le “tabelline alcoliche” (cosi’ sono state ribattezzate), o meglio il provvedimento, firmato lo scorso 30 luglio 2008 dal Ministero del Lavoro, che obbliga i locali dove si vendono o si somministrano alcolici a esporre le tabelle per il calcolo del tasso alcolemico. L’iniziativa punta alla dissuasione dall’abuso di alcol per contenere il fenomeno degli incidenti stradali che mietono vittime nei fine settimana. Un articolo di Repubblica del novembre dello scorso anno (vai) affermava che a fronte di 35 milioni di patentati, “la Polizia Stradale ed i Carabinieri riescono a mettere insieme circa 500.000 controlli l’anno”. Erano stati 200.000 fino al 2006, ricorda ancora il quotidiano. Insomma una goccia nell’oceano.
Le nuove tabelle devono essere esposte opportunamente, in vista, all’ingresso, all’uscita e dentro i locali (vai alle indicazioni per i commercianti). Preso come riferimento il limite legale di alcolemia, pari al 0,5 per mille, indicano rispetto al genere, alla corporatura e alla condizione (stomaco pieno o vuoto) quale è la quantità di alcol ammissibile. Il calcolo è fatto tenendo conto che l’immissione dell’alcol avvenga nei 60-100 minuti precedenti la misurazione.
Mentre a una donna di 45 chili a stomaco vuoto basta una “birra normale” (330 cc) per superare il limite, a un uomo di 70 chili serve una birra doppio malto (330 cc). Notevolmente migliore è la situazione a stomaco pieno. Il vino (125 cc) produce un effetto non molto diverso da quello di una “birra normale” e lo champagne o lo spumante (100 cc) si attestano a un livello leggermente inferiore. (vai all’allegato 2 del Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale con tutti i parametri).
Per sapere a che livello complessivo si è arrivati assumendo più di uno di questi, basta fare la somma. Tra gli allegati anche i sintomi e gli effetti percepibili dell’alcol, perchè si possa fare auto diagnosi. (qui, e qui sempre sullo stesso sito).
Nel consultarle, mi sono detta: “Sfido che siano chiamate “tabelline”, con ciò evocando la tortura principe dell’ora di matematica alla scuola elementare: queste tabelle sono tristi ed anche un pò complesse da consultare”. Per chi non ha simpatia con i calcoli, una buona notizia: se si è alticci, o addirittura ubriachi, non c’è proprio modo di leggerle.
Forse si potrà più utilmente misurare il tasso alcolico delle comitive di ragazzi dalle risate fragorose e dal chiasso che faranno facendo capannello intorno alla bacheca dove saranno affisse, nel tentativo di interpretarle.
E’ questo il punto a mo avviso. Tenuto conto che la piaga dell’ “alcolismo del weekend” è diffuso proprio tra i giovanissimi, forse qualcosa di più colorato e accattivante ci stava meglio. Una brochure informativa, un fumetto. O ancora meglio: dotiamoli di un pratico etilometro da borsa (costa mediamente dai 20 ai 50 euro). Se il Ministero non potrà fornirlo a tutti come parte di un kit salvavita, forse le famiglie potranno pensare a questo oggetto come ad un utile dono natalizio, da tenere in borsa, più e meglio del cellulare.
Intanto la Coldiretti torna sull’argomento prevenzione con il lancio della prima bottiglia di vino Made in Italy con la scritta “Se bevi non guidare”. La chiamano “bottiglia prudente”. La prima azienda ad adottarla, come in verità, già annunciato ad aprile al Vinitaly, è l’azienda Pasetti che la appone su 450mila bottiglie, tra Montepulciano, Cerasuolo e Pecorino. Che dire: speriamo l’iniziativa sia accolta da altri ma, soprattutto, che non sia solo la bottiglia a mantenersi prudente!