la Vigna Cinque Querce di Molettieri foto: Molettieri |
La verticale di due grandi cru del territorio della Valle del Calore, in Irpinia, guidata dalla sottoscritta al castello di Taurasi con Luciano Pignataro e Oto Tortorella a margine della presentazione della Guida Slow Wine 2011. Molte le considerazioni sviluppate da me sul sito di Luciano Pignataro (qui) circa i due territori e le due due vigne, una oltre i 540 metri sul livello del mare (Molettieri) e una a 320 (Caggiano). Simpatica e entusiasta la partecipazione di Salvatore Molettieri e Antonio Caggiano.
Grazie a Slow Food, il coordinatore Luciano Pignataro per la bella occasione di riflessione nel cuore del cuore produttivo vitivinicolo della mia Campania che va, agli amici della condotta Valle dell’Ufita per il lavoro e ai bravi sommelier Ais della codnotta di Avellino per il servizio. Grazie, poi, a Mario Carrabs per gli strepitosi prodotti che a proposto in degustazione (quando si dice che il grasso del prosciutto è meglio perfino del prosciutto stesso!).
Di seguito gli appunti di degustazione:
Taurasi Docg Vigna Macchia dei Goti 2004 @@@ 84
Un timbro nero per questo millesimo che, con un colore rubino con riflessi granato, si sintonizza sui toni dei frutti di bosco, della prugna ma anche della fogllia di noce secca. Poi evidenzia una nota di liquirizia dolce, discreta. In bocca la protagonista è la acidità, non del tutto abbracciata a una materia adeguata che dia piacevolezza alla beva. Il tannino è di buona fattira.
Taurasi Docg Vigna Cinque Querce 2004 @@@ 82
Ha quasi impercettibili riflessi violacei, questo bicchiere che ha una bella veste rubino con un centro più fitto. Al naso presenta una intrigante nota di spezie nere (pepe in particolare) e di incenso. In bocca ha un ingresso avvolgente e poi, con il contributo della acidità, si fa succoso. Perfettamente misurato il tannino, ma, nel complesso, come l’altro 2004, non convince al 100 per cento per un non so che di inafferrabile.
Taurasi Docg Vigna Macchia dei Goti 2005 @@@ ++ 86
Rubino – granato, scintillante.
Naso di frutta matura (amarena, in particolare), decisamente più in evidenza al naso rispetto al millesimo precedente. Emerge poi una speziatura dolce e un sospiro balsamico che ritorna anche in bocca dopo la deglutizione. Più materico e disteso, questo millesimo rispetto al precedente e contraddistinto da un buon equlibrio che, insieme a un tannino setoso, lo rendono piacevole.
Taurasi Docg Vigna Cinque Querce 2005 @@@ 84
Rubino e cristallino, eppure con un tot di spessore maggiore, anche questo campione, rispetto al Taurasi dell’altra vigna. Merito di Montemarano e della ricerca della estrazione che un pò una costante della azienda.
Appare leggermente compresso con la frutta matura, dei tratti di torrefazione e di liquirizia che non trovano del tutto espressione. In bocca convince con una rimarchevole sapidità che, una volta conquistato il palato, non lo abbandona per lunghi istanti fino alla chiusura. Davvero lungo.
Taurasi Docg Vigna Macchia dei Goti 2006 @@@ ++ 88
Il millesimo 2006 scopre dei tratti comuni tra le due etichette: una materia esuberante. Ce n’è parecchia nel bicchiere e questo, se non sorprende per il cru di Montemarano, è una sorpresa piacevole per il vino di Antonio Caggiano che è tendenzialmente più austero. Il colore è rubino vivace come sempre ma ha una trama leggermente più fitta del solito. Emerge insieme a una frutta polposa che segna il naso come la beva, un tono fumoso, di cenere. E’ nel gioco sapido – acido la storia di questo goccio di cui si apprezza un’ottima prova generale di equilibrio, sebbene messa in riga da un tannino ancora giovanile ma elegante.
Taurasi Docg Vigna Cinque Querce 2006 @@@@ + 92
Si è detto della materia in questo bicchiere. E’ al momento il campione più godibile. La frutta croccante, tra cui la melagrana e la prugna sono in evidenza su uno sfondo speziato dolce. E’ carnoso, anche in bocca. E la sapidità che accompagna costantemente la beva è il contraltare alla frutta e alla radice di liquirizia che ritorna nel retrolfatto e dà eleganza al sorso. I tannini sono in perfetto ordine nonostante sia un giovanissimo campione del quale Salvatore Molettieri va particolarmente fiero.