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Si chiamano Fagiolo di Controne, Carciofo Violetto di Castellammare, Gamberetti di Crapolla, Cacioricotta del Cilento, Pomodoro San Marzano, Pomodorino del Piennolo, Fagiolo Dente di Cane di Acerra, Colatura di Alici di Cetara, Alici di Menaica, Soppressata di Gioi e sono alcuni dei Presidi della Campania. Sono stati loro i protagonisti della serata organizzata dalla condotta Slow Food del Vesuvio per ieri sera a Villa Balke di Torre del Greco. In cucina il pizzaiolo Salvatore Salvo che ha inaugurato la serata con le sue Montanare e poi tanti valenti chef: Carmine Mazza, Mimmo de Gregorio, Mariangela De Simone, Natale Langella, Pietro Parisi, Gianluca D’Agostino, Lorenzo Principe ed Eduardo Estatico. Una serata gradevolissima nella quale Alberto Capasso, fiduciario della Condotta snocciola al tavolo progetti e idee su come difendere il Vesuvio e i suoi prodotti. L’infinità di frutti che custodisce, ad esempio. Le albicocche sono tra le sue preoccupazioni. Sulle 41 varietà ancora esistenti presto si appunterà l’attenzione di Slow Food affinchè i contadini trovino proficuo a difendere le poche piante ancora esistenti e non si dedichino solo a coltivare le varietà più belle e attrattive per il pubblico. No: tutelare la biodiversità significa portare avanti anche quelle brutte ma squisite. Alberto Capasso si accende su questo punto. Intanto Pasquale Marigliano conclude la serata con la sua “armonia di Albicocca del Vesuvio”. Forse un dolce auspicio? Quello che ‘a muntagna, assediata da discariche e incendi, la ritrovi, la sua antica pace. E noi ci uniamo ad esso!