Il vecchio danzatore ellenico balla malinconico. Avvinghiato al suo sostegno contorce il corpo allungando le braccia alla ricerca dei compagni vicini con i quali compone una coreografia immobile.
Con tre di loro sta spalla a spalla, come nell’atto di reggere il peso del firmamento scolpito in volte alte e basse disegnate nella stanza aperta compresa tra i loro corpi. Nel rovesciare il capo in un infinito atto di passione, ciocche legnose gli pendono sulla fronte come scuri pendagli nodosi.
Non ricorda più quanti anni ha, né da quanto sia sotto quel cielo. Ma sa che ci è nato e che l’unico futuro che può immaginare è di morirci.
E’ un patriarca della vitis ellenica e, con i suoi, balla una danza lenta in una starseta irpina.
Plinio il Vecchio nel I sec. d.C. la chiamò la vigna “a compluvium”.
Cosi’ inizia il mio articolo su Slow Food n. 53 che tratta della lotta per soprevvivere delle starsete irpine cosi’ come me la hanno raccontata gli amci della condotta Slow Food Taurasi e Colline dell’Ufita guidata da Franco Archidiacono:
http://www.slowfood.it/editore/Riviste/sfogliabili/53/index.html
E ANCORA, ECCO TUTTI I CONTENUTI SLOW WINE:
170 Una passione immersa nei mosti Giancarlo Gariglio
Vigneti a rischio
174 Lo schiaffo del cemento Luca Martinelli
179 Danzatori nel cielo Monica Piscitelli
184 C’era una volta a Bolzano Fabio Giavedoni
188 Specchi azzurri e croci bianche Francesco Muci
Grazie ai colleghi della redazione per rendere le nostre parole bellissime, con una impaginazione e un photo editing di gran classe. Grazie alla caporedattrice Silvia Ceriani. m.p.