Perché la strada del ritorno sembra sempre più breve di quella dell’andata? Ci pensavo al rientro dall’Hotel Capital di Campagna, la bella struttura ben collegata all’A3 Salerno-Reggio Calabria che pochi giorni fa ha ospitato il 14° Gran Premio dei Templi, gara che ha visto affrontarsi nove dei più valenti Maîtres della provincia di Salerno. Invitata dal fiduciario della sezione di Paestum dell’Amira Diodato Buonora ero in giuria per valutare i loro piatti a base di riso preparato alla lampada, con il Vice Presidente Nazionale dell’Amira Alberto Salvatori, il Presidente della delegazione di Napoli dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani Ugo D’Orso, il Fiduciario condotta cilentana di Slow Food Giancarlo Capacchione e il Delegato di Napoli dell’Associazione Italiana Sommelier Tommaso Luongo.
La risposta. E’ la piacevolezza dei pensieri che ci accompagnano su quanto si è vissuto a far diventare un battito di ciglia il ritorno al punto da cui siamo partiti. A momenti sembra che la velocità sia direttamente proporzionale alle impressioni e ai ricordi. Congedatami dopo il pranzo predisposto dagli chef dell’Hotel Capital, Silvia Caroccia e Pietro Galdi, e la premiazione che ne è seguita alla presenza, fra gli altri, del sindaco di Campagna Biagio Luongo, ingranata la quinta verso casa, ha cominciato a riavvolgersi nella mia testa il rullino delle immagini della giornata. Mentre sul mio viso si accendeva il sorriso beato di chi ha vissuto delle ore liete.
Ha trionfato Tommaso Raffaele Daniele, Maître del Savoy Beach Hotel di Paestum che ha presentato un “Riso venere con scampi e crema di zucca” accompagnato da Donnalaura Falanghina Taburno Doc. Accanto a lui, sul secondo gradino del podio, Gerardo De Rosa del Ristorante Hermanos di Paestum che ha presentato il “Carnaroli mantecato ai gamberi rossi, con petali di marroni secchi di Roccadaspide, su coulis di pomodorini alla maggiorana”. Gli altri (vedi post precedente) si sono piazzati tutti a pari merito al terzo posto.
Cosa mi faceva sorridere piacevolmente mentre gettavo un’occhiata distratta al tramonto rosa e indaco sull’A3? In pochi casi ho visto tutte insieme tanto spirito di corpo, partecipazione emotiva, voglia di vincere sportivamente come in questa occasione: concorrenti che si alternano ai fornelli, chi più chi meno, turbati dall’emozione, eppure vigili e motivati a dare il meglio di sè, soprendentemente assistiti dagli avversari nella loro gara. Ha vinto il piatto più gustoso, quello meglio preparato, ma ha vinto anche la capacità di raccontare il procedimento per la sua preparazione e, infine, la capacità di descriverne gli ingredienti tipici e d’eccellenza del territorio, nonchè la riuscita dell’abbinamento con un vino. Ma ha vinto soprattutto, già a Campagna, la provincia salernitana, per la capacità di ognuno dei concorrenti, più o meno spiccata, di valorizzarne le risorse e di proporle nel piatto. E questo mi ha reso lieta.
Foto: il piatto vincitore