Lo scorso novembre l’Enoteca Il Torchio di Mezzano (Caserta) ha inaugurato una nuova sala che porta a 160 metri quadri la sua superficie espositiva divenuta insufficiente.
Quarant’anni fa papà Tommaso ha creato questo esercizio in via Fusco dedicandolo alla distribuzione all’ingrosso di birre, divenendo esclusivista di importanti marchi. Sedici anni fa, gli allora ventenni figli, due ragazzoni garbati e sempre pronti al sorriso, gli sono succeduti nella conduzione del locale, seguendo il suo progetto di aprire al vino. Oggi sono circa 2000 le etichette di vino all’attivo di questa Enoteca (160 quelle di birra) che, dopo la celeberrima La Botte di Casagiove, è la più grande del casertano e anche una di quelle di cui si parla meglio in termini di ampiezza della offerta e serietà. Il pezzo forte della Enoteca sono i formati speciali. Buona la scelta di distillati e dopo pasto in genere. Ancora da ampliare quella gastronomica che, confessa Mauro Giannini, li vede ancora non del tutto preparati, ma intenzionati a fare una selezione più incentrata sul territorio. A breve entrerà in funzione la nuova sala, che proprio per le degustazioni vino – cibo è nata. Lo racconto sul sito di Luciano Pignataro (vai) che ospita la scheda di questo esercizio.
Nelle prossime settimane, dopo la serata di ieri dedicata alla Maison Veuve Clicquot Ponsardin nella quale ho visitato l’Enoteca, partono alcune iniziative realizzate in collaborazione con Winevent: a metà febbraio, un corso Onaf per Degustatori di formaggi della delegazione di Caserta guidata da Mario Sanza e, il 18 febbraio, una Lectura Dantis con una miniverticale di Chianti di Montiriggioni. m.p.