La Falanghina Campi Flegrei Doc 2008 Contrada Salandra (Napoli – Pozzuoli)
Che sia nella magnum con l’etichetta verde e stretta, che nella bordolese da 0,75 con la nuova etichetta a sfondo verde oliva, la Falanghina di Contrada Salandra, ti seduce appena versata con il suo colore giallo paglierino carico. Il naso è intenso e connotato da note di fiori bianchi recisi. Mano a mano che il bicchiere si scalda e il vino respira, escono fuori delle note di ananas non proprio matura appena spaccata e si solleva un velo salmastro. In bocca, sebbene non sia particolarmente lunga, impegna tutta la bocca in un abbraccio rinfrescante nel quale ritornano le note floreali e fa da marcatore finale una sapidità non esasperata ma comunque ben presente. Il vino è agile e saporoso.
Mi piacerebbe proprio provarlo con una zuppa di pesce alla napoletana, di quelle che è sempre più raro incontrare: con lo scorfano, la tracina, il coccio, i calamari, i gamberi e i frutti di mare.
Ma c’è molto di più da dire per capire questo vino. I dettagli sul sito di Luciano Pignataro (qui e qui le foto) con il quale ho fatto questa scappata in azienda, a pochi giorni dalla presentazione di 101 Vini da bere una volta nella vita in programma il 4 marzo a Napoli (Feltrinelli) (vai al post precedente).
Giuseppe Fortunato sarà tra i felici : ) intervistati quella sera dalla sottoscritta. E mentre affilo i miei strumenti di tortura, bevo un sorso di vino di questi produttori. Mancano Monte di Grazia e Pietratorcia, coprotagonisti con l’autore. Dovrò, per tempo, andarli a degustare. m.p.
Foto (Monica Piscitelli): una magnum della Falanghina Campi Flegrei Doc 2008 Contrada Salandra di Giuseppe Fortunato