E’ una delle falanghine, dei bianchi , che più mi ha entusiasmato i questi ultimi mesi. Ha tutta la piacevolezza che deve avere un vino di questo areale, ma tutta la pulizia e complessità che merita questo grande vitigno e tutta, soprattutto, l’aspettativa di vita di un bicchiere di razza. La Falanghina di Contrada Salandra è un buon riferimento, a mio parere, e non l’unico, certo, su quello che è e potrebbe essere una Falanghina dei Campi Flegrei. Nessun cedimento sulla “tipicità”, ma tutta la finezza che la rende comprensibile fuori dai Campi ardenti. Da un’azienda che lavora in biologico e che fa dell’equità del prezzo un credo incrollabile. Qui la mia scheda, sul sito di Luciano Pignataro con il quale ho avuto il piacere di degustarla in cantina qualche mese fa.