E’ un grande Centro e Sud Italia dei vini, quello che è sfilato alla Tenuta di Terre di Conca di Berardino Lombardo per la finalissima che venerdi’ e sabato scorsi ha coronato le migliori etichette da vitigno autoctono di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna per l’edizione 2009 della Guida Vini Buoni d’Italia del TCI. Tra i presenti una giuria di coordinatori coordinati dai curatori della guida, ed una giuria ombra (come l’abbiamo chiamata noi), senza poteri di fortunatissimi osservatori tra cui, oltre me, Giulia Cannada Bartoli, Andrea Gori (vai al post su VinodaBurde), Walter Forrer, e Michela Guadagno, oltre a Kruger Agostinelli, impegnato anche nella documentazione fotografica (vai alle foto sul blog witaly.it). Dopo i giorni di selezione al Savoy Beach di Paestum (vai) (vai), sotto la regia di Luciano Pignataro, curatore di Basilicata, Calabria e Campania, approdo assolutamente entusiasta a questa impegnativa due giorni che oltre a Mario Busso e Luigi Cremona, vede i cordinatori di tutte le regioni votare per alzata di mano, a bottiglie coperte, i vini arrivati alla finalissima. Al tavolo dei giurati ci sono ben tre premi Veronelli: Antonio Paolini e gli stessi Cremona e Pignataro. Grande selezione per questo terzo anno di Vini Buoni che sabato sera, al Convento dei Lattani di Roccamonfina, alla presenza del sindaco di Roccamonfina, del Presidente della Camera di Commercio di Caserta, del direttore del Parco di Roccamonfina e Foce Garigliano e di Alfonso Pecorario Scanio in tour per i Parchi d’Italia, ha annunciato i premiati.
Rimangono scolpiti nella mia memoria alcuni Coronati e non Coronati. Etichette come Mazzamurello 2005 Montepulciano d’Abruzzo di Torre dei Beati (Abruzzo), Fiano di Avellino Clelia Romano e Costa d’Amalfi Fiorduva di Marisa Cuomo (Campania), Graticciaia 2004 Salento Igt di Agricola Vallone (Puglia), Passopisciaro 2006 di Franchetti, Cerasuolo di Vittoria Gulfi e Marsala Doc Superiore Riserva Donna Franca di Florio (Sicilia) e, infine, Vin Santo Occhio di Pernice 1996 di Avignonesi e il Vin Santo Rocca di Montegrossi 2001 (Toscana). Sopra ogni cosa, in sintesi, ho trovato veramente “da imbarazzo della scelta” i dolci toscani (alcuni dei quali da “stracciarsi le vesti”), i bianchi campani e i vini della Sicilia, Nerello Mascalese in testa. Un pò di impressioni su questa straordinaria esperienza professionale ed umana, le racconto sul sito di Luciano Pignataro (vai) che ringrazio come sempre.
Foto: blog.witaly.it