Nasce sempre bianca e poi diventa colorata. E’ la pasta di zucchero utilizzata nel cake designing per rivestire le torte. E’ l’ultima tendenza. E tutti diventano cake designer. Anche io che non prediligo le preparazioni dolci, mi sono lasciata sedurre per un pomeriggio. Qualche ora dedicata tra amiche, sotto la guida di Loredana Rico che invece ha per esse una grande passione, a pasticciare e vedere le torte vestirsi di un vellutato manto colorato.
Il punto, invero, non è quel che la torta mostra di sè ma quello che c’è dentro. Occorrerebbe, dunque, partire da una buona torta, innanzitutto, e poi sbizzarrirsi con la fantasia. Come? Con gli attrezzi e gli ingredienti giusti, con un pò di estro artistico, manualità e una discreta quantità di pazienza.
Ci riflettevo. Il successo di questa pratica credo sia da attribbuire al fatto che coniuga due tendenze moderne: la sempre più forte necessità di riempire con il dolce i vuoti dell’esistenza e quella del ritorno all’uso delle mani. Quest’ultimo si sta diffondendo notevolmente. Lo osservo anche nel settore del vino e dell’agricoltura in genere, o della cucina. Le professioni intellettuali, il perpetrato trascorrere la giornata attaccati a strumenti che proiettano in maniera sempre più spinta in un mondo virtuale (nel quale a dispetto delle nostre sinapsi, che viaggiano alla velocità della luce, i nostri corpi restano accasciati sulla sedia) scatenano l’esigenza di decoprimere il cervello, agendo più che pensando. Ed ecco gli avvocati che fanno i contadini, o i giornalisti i cake designer. Loredana le torte, i dolci e tutto il resto li ha sempre fatti eccellentememte. E’ la persona giusta con la quale accostarsi all’arte del pasticciare (per me) con farina, zucchero e creme.
E allora: dopo una settimana di fuoco di lavoro che si fa? Ci si rilassa in cucina preparando una torta come faceva un tempo la donna di casa perfetta. Quella dalla quale mi sento lontana una serie di milioni di anni luce. E anche se la torta in oggetto non ha niente a che vedere con quella delle nonne, perchè non è neanche rotonda, non c’è da preoccuparsi: Loredana ha tanta passione quanto abilità ed esperienza. Ci si trova a casa sua e si comincia. Del resto, il dolce pacco dono che si deve preparare è solo a un piano. Che ci vuole? Lei ne fa di tre o quattro! Dunque, lo sospettavo, sostiene, sia facilissimo. Ci vogliono solo, dico solo, 5 ore … visto che non è da sola.
Loredana è coinvolgente e la pasta di zucchero seduttiva mentre cambia colore e si lascia modellare sotto le mani docilmente. Davvero è cosi’ semplice, mi vien da pensare guardando la pallina che trasuda zucchero sciolto, realizzare quel che si vuole se si ha determinazione e fantasia, quando si tratta di pasta di zucchero. Ma nella vita non è cosi’. Anzi va tutto storto quando si fanno le cose troppo bene. Nel lavoro manuale l’impegno è premiato con un buon risultato, apprezzabile ed evidente. Nel lavoro intellettuale è punito in maniera deprecabile e surrettizia. Divagazioni. Mi devo concentrare sulla torta. Crema di burro, pasta di zucchero, Pan di Spagna, bagna al rum, farcia al cacao, gelatina per incollare, tubetti per colorare, pennello, stecca, mattarello, tavola in legno, rotellina per tagliare. E poi: fiocchi, balze, palline, roselline, farfalline, cuoricini. Che bel mondo, mostra, alle sue amiche, Loredana attraverso la sua passione. Non lo pensavo, ma piace anche a me!
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