Domenica di relax. Ripenso da un pò al fatto che qualcuno mi ha detto una volta che la congiuntura astrale relativa alla mia nascita, colloca la mia esistenza sopra Roma. Hanno aggiunto che trascorrere il compleanno in un determinato punto del Mondo in questa ricorrenza, scatena tutte le energie sopite e determina un grande cambio nella propria vita. Ultimamente mi attira maledettamente il Lazio, per non parlare di qualche posticino un pò più a Nord.
Sento “una buena onda” “che va” da qualche parte. E mi aspetta.
Un esempio: ieri sera degustazione con Alberto Capasso del gruppo Slow Wine e Marina Alaimo del Luciano Pignataro Wine Blog e con Carlo Zucchetti dell’Enoteca provinciale della Tuscia. Protagonista il Lazio con i vini bianchi della Tuscia Viterbese. A poche ore d distanza, oggi, ricevo in regalo Est! Est! Est! di Montefiascone in regalo.
Un goccio di questo vino accompagna il mio pranzo in famiglia: paccheri con i gamberoni, calamaro ripieno alla napoletana e parmigiana di melanzane. In attesa di scartocciare le due bottiglie ricevute ripercorro mentalmente la deustazione di ieri sera. Su tutti, rigorosamente a bottiglie coperte, è uscito ancora clamorosamente fuori un gran vino: Lacryma Christi Vesuvio Doc Vigna del Vulcano 2007 Villa Dora. Avevo avuto occasione di apprezzare il millesimo 2002 (qui: http://campaniachevai.blogspot.com/2010/06/monicotterate-un-bianco-sopresa-cantine.html) per caso qualche mese fa e mi aveva lasciato di stucco. Capirete:un Lacryma Cristi che a 8 anni dalla sua nascita è pimpante in quel modo e si esprime con una eleganza insospettata! E’ al momento tra i vini bianchi migliori di questo mio 2010 (e non ne ho bevuti pochi). Lo contraddistinguono notè fumè da gran borgognone.
Molto bene i rosati. Su otto campioni, ho trovato ben tre campioni molto interessanti.
La cosa mi fa piacere, visto che mi sono anche quest’anno sempre piu’ addentrata nel tema dei rosati (post precedente: http://campaniachevai.blogspot.com/2010/07/monicotterate-tutto-quello-che-ce-da.html).
Si tratta ormai di tutti vini corretti e di buona fattura. Ben lavorati i rossi, con il marcatore Piedirosso che si presenta in tutta la sua piacevolezza e polposità. Anche semplicità. Un filo meno “tipici” (parola abusata, lo so), i bianchi.
Per tutti i vini proposti, poi, mi sembra, non si sia ancora arrivati al giro di boa. Il gran passo credo arriverà, però, presto: una maggiore differenziazione, una interpretazione più personale è quella che ci vuole.
Ma ecco miei appunti sulla degustazione a bottiglie coperte di vini bianchi del Vesuvio e della Tuscia viterbese di ieri sera pubblicati sul sito di Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it).
Particolarmente minerale, quasi sulfureo il campione 1, di grande sapidità. Discreti l’equilibrio complessivo e la persistenza in bocca.
Contraddistinto sensibilmente da note mielose e morbide al naso su un fiondo minerale e sorprendentemente secco in bocca, il campione 2, con una lunga scia di mandorla amara e cedro candito, questo ben presente anche al naso.
Un profilo, al naso, sottile, per il campione 3, appena connotato da note di miele d’acacia. Il vino, poi invece, si espande con decisione in bocca regalando un buon equilibrio e una piacevole sapidità.
Note fumé e grande eleganza al naso sullo sfondo minerale, per il campione 4. Complesso al naso e pieno in bocca, oltre che lungo.
Un mix di note fiorite (ginestra), agrumate e di ananas fresca per il campione 5 che è molto equilibrato, di giusta sapidità.
Ha un profilo speciale il campione 6. Intenso e caratterizzato da note di pesca gialla matura e pepe bianco. Non manca l’alcool in bocca, sostenuto da una struttura adeguata. Avvolgente il sorso e lungo.
Foto (Giulia Cannada Bartoli, che ha curato l’ufficio stampa con Novella Talamo): con la brava Sara Marte (mia sinistra). Più a dx Gianni Aiuolo, Pasquale Brillante e Tommaso Luongo, solo una parte della folta commissione del concorso.