Venerdì scorso alla sede centrale della Banca della Campania Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, e Giancarlo Gariglio, curatore della nuova Guida ai vini, hanno spiegato come, dopo la separazione da Gambero Rosso, il progetto vino Slow Food ha preso corpo. La nuova Guida sarà un cantiere in movimento lento, aperto alle correzioni di tiro ma assolutamente sempre fedele all’identità più profonda di Slow Food: con le gambe ben piantate nella terra, quella che la viticoltura può contribuire ad alimentare e preservare, e quella che potrebbe viceversa irrimediabilmente vampirizzare.
No a punteggi e simboli, si a una selezione rigorosa. No a giudizi sintetici la cui lettura è saltata a piè pari, si a descrizioni articolate. No a creare nuove star e disintegrarne di vecchie, si ad accompagnare le aziende perché siano protagoniste del proprio territorio e della comunità in cui operano. No a estenuanti maratone per degustare centinaia di campioni, si a individuare quei bicchieri che sono una promessa mantenuta nei confronti dei lettori coproduttori. No al vino migliore, si a quello che è più sano, pulito e giusto. Sogno? No: un lavoro complesso e nuovo che è già realtà.
Note finali: Sono tra le degustatrici e redattrici di questo nuovo lavoro. Racconto di come ci prepariamo ad affrontare questo lavoro che appare grandemente impegnativo e nuovo, sul sito di Luciano Pignataro (vai). m.p.