Tira fino all’alba la Campania che va, quella dei vini e della cucina in rosa che ha sfilato alla Fabbrica dei Sapori di Battipaglia. Io ero con lei. Di ritorno da Battipaglia il pensiero del viaggio esilarante fatto in auto con i miei “compagni di bevute”, qualche goccia di rosato di troppo ed una serie di pensieri gradevoli non lasciano che mi abbandoni nelle braccia di Morfeo. A riprova che non è vero che il vino concilia il sonno, specie se è abbinato a un ricordo su cui indugiare. Anzi tiene ben svegli.
Mentre il cielo si tinge lentamente di un rosa pallido, scaldando il blu e l’azzurro della notte, fino a inghiottire stelle e luna, riecheggia in me il “dalle 21,00 fino all’alba” che Luciano Pignataro aveva utilizzato per lanciare questo ennesimo appuntamento al laboratorio di Cosimo Mogavero. Poco più di un anno di vita e ben quattro grandi rassegne – il Salotto della birra artigianale a gennaio, I Giorni degli oli extravergini Dop ad aprile, Il Coda di volpe Wine festival a giugno e, la notte dei rosati (vai al post precedente). Quella dalla quale sono reduce.
Tante le aziende presenti tra i banchi d’assaggio e sul palco della diretta televisiva che ha visto avvicendarsi produttori, enologi, rappresentanti delle associazioni di settore sotto i riflettori di Telecolore (ha raggiunto telefonicamente Battipaglia anche Franco Ziliani, poche settimane fa a capo della giuria di Radici a Minervino Murge) incalzati dagli interventi di Pignataro per l’occasione in polo rosa. Un colore ricorrente e adottato con casuale diligenza da diversi presenti. Una grande armata di festanti amanti del vino. Dalla camicia e espadrillas andaluse del Presidente dell’Ais Campania Antonio del Franco, alla collana di Giulia Cannada Bartoli di Officine Gourmet, passando per il completo di lino della brava addetta stampa della Fabbrica dei Sapori Novella Talamo. Voglia di festa, di partecipare. Io, invece, con un contributo cromatico da interpretare: in bianco e in rosso, perchè fossero gli altri a stemperarli a piacimento sulla tavolozza della serata. Sulla stessa linea anche il brindisi organizzato per festeggiare, rifesteggiare e ririfesteggiare invero, il Premio Veronelli di Luciano Pignataro. Sicuramente non l’ultima delle numerose bottiglie che in questo mese hanno celebrato questo doveroso riconoscimento tributato ad un instancabile agente di promozione e rappresentante della terra campana e meridionale che stasera ha nuovamente confermato la sua intenzione di dedicare ancora maggiori energie al racconto dei prodotti dell’agricoltura made in Italy.
Sotto gli ombrelloni all’aperto nell’area antistante i capannoni illuminati a festa di questo vecchio opificio conserviero restaurato di recente, accompagnata da un fresco venticello e da alcuni amici armati di bicchiere, scopro con piacere il rosato di Aglianico di Terre a Oriente, azienda di Torrecuso (Benevento) creata nel 2006, ritrovo quello di Negroamaro di Santi Dimitri di Galatina (Lecce) incontrata durante il Tour Salento Negroamaro (vai al post precedente); di Piedirosso e Tintore di Gigino Reale di Tramonti (Salerno). Per finire le bollicine del Dubl Aglianico rosato dei Feudi di San Gregorio di Sorbo Serpico (Avellino). Solo alcuni dei rappresentanti del Regno delle Due Sicilie che si sono dati appuntamento stanotte. Ad accompagnare le scorribande delle tante, tantissime, persone, le pizze della casa. Fra tutte: “non ti scordar di me”, caratterizzata dal fresco filetto di pomodoro, una spolverata di origano e da abbondante Parmigiano grattugiato.
Accattivante come sempre la degustazione condotta da un raggiante Giovanni Ascione di quattro etichette francesi, conclusasi in bellezza con il Brut Rose Premier Cru di Pierre e Philipp Aubry produttori nel cuore della Piccola Montagna di Reims. A me è piaciuto il Vin de Pays des Côtes de Thonghue Les Oliviers 2007 Domaine de MontMarin, cuvée di Syrah e Cinsault, per la sua marcata ricchezza al naso in fiori e frutti di bosco e per la freschezza ben sottolineata da una nota di salvia. Ecco: il racconto è terminato e il rosa dell’alba è incalzato nuovamente dall’azzurro, quello del giorno. Il buio scende su di me, liberata dai pensieri.