Serata fresca (ancora!) nel delizioso angolo bohemienne costituito, nel centro storico di Napoli da Eva Luna, Arteteca, Sorriso integrale e Foto art. Venerdi’ sera. In piazza Bellini si balla la capoeira e all’interno di un cortile alle sue spalle mi imbatto in un vino che non mi sarei aspettato di trovare. E’ una Falangnina, so. Non ricerca i soli effetti speciali, mostra però di essere stato concepito ad arte. Un vino piuttosto opulento, un po’ sbilanciato sui toni dolci e sulla morbidezza ma che si fa bere perché ha una sua struttura del tutto definita e una freschezza “giusta”. Tra una chiacchiera e l’altra con amici lo studio. E’ pieno e gustoso. Una Falanghina con un “personalino” da gran bianco che può sicuramente invecchiare guadagnando in eleganza.
Caldo e lungo, con qualche ritorno vanigliato che mi fa pensare, erroneamente, insieme ad altri indizi, che potrebbe avere un lievissimo passaggio in legno, di quelli che, nei bianchi, donano quel tocco di sofisticato, se ben gestito, però.
No, non è il bianco di tutti i giorni, e non quello che razionalmente avrei scelto a causa di un certo indugiare su note mature di frutta e fiori gialli, ma stanotte è mio compagno di bevute ed è in splendida forma: accogliente, vellutato e deciso, sapido quel tanto da conferirgli carattere. Una bella esecuzione davvero.
Mi alzo e vado a dare un’occhiata alla bottiglia: 2008, una rosa dei venti sulla etichetta a sfondo nero. e’ lei la Falanghina Taburno doc 2008 di Masseria Frattasi. Su tutto: luoghi, vino e vicenda, il sito di Luciano Pignataro (qui).
Foto (Monica Piscitelli): il magico cortile alle spalle di Piazza Bellini