C’è grande curiosità tra gli addetti al settore campani per la nuova avventura di Giovanni Ascione nel casertano. Un professionista e degustatore ammirato per la sua integrità e un talento naturale pari a pochi, dopo aver raccontato, per un decennio, i vini di Sicilia, Sardegna e Toscana per Bibenda, e aver girato mezzo mondo seguendo una passione nata in Francia da ventenne, decide di mettersi a far vino.
Ascione considera la sua prima annata (la 2008) come una traccia importante nell’ambito di un percorso illuminato da alcune incrollabili obiettivi che snocciola con categorica sicurezza: “voglio l’abbinabilità, voglio l’acidità (quella di vigna, precisa), voglio la sapidità, voglio un vino che rappresenti me e questa terra, che parli di questa vigna”. Tutto questo e i dettagli sulle prime bottiglie di “Sabbie di sopra il bosco”, il Pallagrello di Nanni Copè sul sito di Luciano Pignataro (vai).
Foto (Monica Piscitelli): Ascione circoscrive con un dito la zona geologicamente demarcata dalle tipiche Arenarie Caiazzane dche, disfacendosi, hanno creato le sabbie che per ben l’80%, costituiscono il suolo nel quale le sue piante ventennali di Pallagrello e Aglianico, a Castelcampagnano, affondano le loro radici.