Vino e agricoltura biologica, la via piu’ naturale per riappropriarsi del territorio specie quando è conteso tra Bene e Male. Nella giornata inaugurale di Parlano I Vignaioli (vai al post precedente) che segue le dichiarazioni del presidente del Consiglio che se la prende con La Piovra, intesa come serie tv, a Villa Signorini per la prima delle degustazioni inserite nel programma, si riflette. La scelta di Ercolano e della Villa Signorini, tanto imponente e splendida quanto collocata in un territorio difficile, aiuta anche lei, come ricorderà Luciano Pignataro nel suo intervento.
I tre cru biologici, tutti rivolti alla ricerca della qualità e decisamente ricchi di carattere, si affiancano alla linea base “Placido Rizzotto”, costituita da due blend.
Le uve del Catarratto Terre Rosse di Giabbascio Sicilia IGT, profumato e pieno in bocca, provengono da vigne di oltre vent’anni di età che crescono a Giabbascio su sabbie rossastre molto rare nel territorio dell’Alto Belice Corleonese. Il vino è dedicato a Pio La Torre.
Il Grillo per il Rocce di Pietra Longa Sicilia IGT, minerale e fresco, è vendemmiato a inizio settembre, con un pò di anticipo rispetto al precedente, essendo il clima nel comune di Monreale caratterizzato da estati caldissime. Il vigneto insiste su un suolo confiscato a Simonetti, del clan dei Riina ed è dedicato a Nicolò Azoti.
Per il Nero d’ Avola Argille di Tagghia Via Sicilia IGT, profumato e persistente, le uve sono coltivate a spalliera su argille sciolte intorno a Corleone a 600 metri di altezza. Il vigneto insiste su un suolo confiscato a Grizzaffi, del clan dei Riina ed è dedicato alla memoria di Peppino Impastato.
Foto: Monica Piscitelli