il Ripieno classico spiegato da Sorbillo |
Non c’è momento dell’anno migliore per venire a Via Tribunali. L’atmosfera fuori dal locale è vibrante per le imminenti feste natalizie. I presepi sono già presi d’assalto nella vicina San Gregorio Armeno.Per il quarto appuntamento con l’iniziativa di studio e ricerca intorno ai grandi ingredienti per la pizza ideata per il lancio della Guida alle Migliori Pizzerie di Napoli e della Campania per Iphone e Ipad che ho scritto per Luciano Pignataro Wine Blog, ci siamo incontrati dal pizzaiolo Gino Sorbillo.
Ma cominciamo dal principio.
La mattinata inizia con una mini anteprima su “I buoni frutti: viaggio nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile” edito da Agra editrice (tel. 06/44254205, fax 06/44254239, e-mail info@agraeditrice.com) e formato, tra gli altri, da Giuseppe Orefice e Margherita Rizzuto che sono con noi.
Abbiamo accompagnato le pizze di Sorbillo con tre vini: una fresca ed esuberante Biancolella 2010 di Antonio Mattera, azienda di Barano d’Ischia (Napoli); il raro Greco di Grado 2009 dell’azienda Tixon di Maddaloni (Caserta) che ha iniziato nel 2009, appunto, a imbottigliare questo vitigno che le fonti dicono essere l’Aminea (amineo: privo di colore, cioè senza minio) Gemina tanto lodata nell’antichità che, proveniente, dalla Tessaglia fu impiantato in Campania prima sul Vesuvio e sui colli di Sorrento (scrive Ferrante) e poi messa a dimora, fin dal I secolo a.C. nell’area di Kalatia, l’odierna Maddaloni; il Fiano di Avellino Docg dell’azienda D’Aione di Tufo (Avellino). Ricco ma anche sufficientemente verticale. (su www.lucianopignataro.it altre foto e dettagli)